di Mario Bianchera
Kreis-4: era il ghetto italiano di Zurigo. Lì è cresciuta mia madre, fra anarchici e antifascisti, espatriati e in fuga dal regime. Era la Svizzera accogliente, che dava ospitalità a ogni reietto, a ogni anima derelitta e perseguitata. Era la Svizzera della Croce Rossa, della neutralità, del rispetto delle minoranze, della convivenza fra etnìe e religioni e culture diverse. Era la Svizzera della democrazia diretta. Ma era anche la Svizzera retrograda e incapace di concedere il suffragio femminile fino al 1971. Era la Svizzera che strappava i bambini jenisch alle loro famiglie. Era la Svizzera che sbatteva in galera gli obiettori al servizio militare.
Ho amato quella Svizzera sociale e progredita. Ho odiato quella Svizzera fascistoide e intollerante.
E oggi? Oggi la Svizzera è più moderna e progredita. Grazie alle battaglie e alle vittorie della Sinistra, oggi abbiamo l’AVS, il sussidio di disoccupazione, il congedo di maternità, l’aborto. Abbiamo paracadute sociali che il mondo ci invidia. Abbiamo la laicità. Ma la Svizzera si è chiusa e la sua tradizione umanitaria sembra scomparsa. Lo straniero è diventato il nemico, pericoloso a prescindere, solo perché forestiero o anche solo diverso. “La barca è piena”, ci dicono. E ci fanno ricordare tristi episodi del passato, dei quali dovremmo vergognarci.
Io amo questa Svizzera. Io odio questa Svizzera.