del Folletto rosso
Che Giorgio Pellanda, come canta Vasco Rossi, “non è più quello che era” lo abbiamo capito da un pezzo. E molto meglio avrebbe fatto il Governo a suo tempo a nominare Michele Passardi a direttore dell’EOC invece di questo emissario delle cliniche private, col risultato che stiamo vedendo nella pianificazione. Ma quel che qui ci interessa è il confronto fra il viceprimario che fattura a sbalzo e continua a lavorare per l’Ente e il medico che denuncia il malcostume antico e diffuso e non certo eccezione e viene silurato in tronco.
Quello che più fa rabbia è l’arroganza e la supponenza di Pellanda, che nella conferenza stampa di lapidazione del dottor Lepori ha pronunciato la frase seguente:
“Chi sputa nel piatto dove mangia non merita fiducia.”.
Questa frase demenziale, peraltro prezzemolo del lessico ticinese, è una delle massime più sballate dell’esistenza umana ed è la quintessenza della censura. Un operaio delle FFS non dovrebbe fare critiche alla Ferrovia, pena il licenziamento (Officine?… tutti a casa!), un dipendente del Cantone o della Confederazione dovrebbe guardarsi dal contestare alcunché sennò “Raus!” e via dicendo? Forse a sputare sul piatto della sanità cantonale è piuttosto chi cerca di svenderla alle cliniche private.
Bravo, Lurati: Pellanda, a casa!
(Foto: CMSRC)