di Aspasia
Chi ricorda l’inno berlusconiano “Meno male che Silvio c’è!”? Nel nostro piccolo, da un po’ abbiamo “Meno male che Claudio c’è!”.
Sì, Claudio c’è. È dappertutto. È talmente ubiquo che si sospetta l’esistenza di sosia, come per Saddam. Eccolo che taglia un nastro in un fotone a tre colonne nella pagina di cronaca di Biasca, volti la pagina e rieccolo in un altro fotone a tre colonne mentre ispeziona con Oberle il Lago Maggiore, vai più avanti ed ecco una pagina intera di intervista per il Mendrisiotto. Sì, sì, Claudio c’è. È qua ed è là, è su ed è giù. È in diagonale e di traverso. Claudio c’è, sempre e ovunque. Da quando è arrivato in Governo, non perde una seduta di Parlamento. C’è, c’è. C’è sempre.
Solo che nel dibattito fiume sui trasporti pubblici gratuiti per i giovani, quando gli è toccato esprimere la posizione del governo, ha sussurrato una frase (“Se passa troveremo i soldi, il resto l’ho detto in Gestione”) che ha fatto incazzare tutti. E a ragione. “Du jamais vu”, dicono i Francesi. Che senso ha esserci sempre e dovunque, se quando ti tocca parlare fai come la scimmietta? Obtorto collo, il presidente Bertoli ha dovuto metterci una pezza.
Ma com’è che Zali tace? Non era dappertutto, dalle radio a fare il metallaro, fino alle foto di gruppo con i pensionati della Cantonale, scippando l’immagine al collega (uno dei suoi colpi Gobbi)? Com’è che Zali stavolta non c’è? Ha perso la voce? Attacchi influen-Zali di stagione?
Qualcuno penserà che, se questi sono i governanti, è meglio governarci da soli.