di Antonia
Il signor Tobiolo Gianella scrive, tra le altre cose, su Lugano Airport:
“2. Allungamento di 70 metri della pista a nord, lavori completati nel mese di settembre 2014 dopo ben più di due anni di attesa a causa di alcune opposizioni. Tali lavori hanno permesso di massimizzare la sicurezza e permettere agli aerei che già gravitano sull’aeroporto di raggiungere le migliori performance, ma anche per favorire l’arrivo ad Agno di aerei più grandi.”
Qualche sera fa ero a cena accanto a un gruppetto di piloti di una linea aerea che fa capo ad Agno. Ne ho approfittato per domandare loro che cosa pensassero dell’allungamento della pista di 70 metri verso nord: la risposta mi ha talmente colpito che mi sento in dovere di chiederne conferma a chi ne sa più di me (ma forse meno dei piloti). Eccola:
“Se si decolla da Sud verso Nord, l’allungamento “può essere oro” (sic). Se infatti l’aereo non dovesse prendere quota, quei 70 metri consentono di frenare senza andare a sbattere. Se si atterra da Sud, i 70 metri servono a poco o nulla.
Se si atterra da Nord, in realtà la pista è diventata più corta, non in termini di cemento, ma in termini di norme per l’atterraggio. Infatti dobbiamo posarci più a Sud di quanto era concesso prima.”
Se è davvero così, vuol dire che sono stati spesi dei quattrini per un’evenienza (l’aereo che decolla verso Nord non riesce a prendere quota) che tutti desiderano che non si verifichi mai. Ma d’accordo, la sicurezza è stata massimizzata (forse “aumentata” sarebbe bastato). Ovviamente non garantita, perché la sicurezza assoluta non esiste.
Quanto invece a “favorire l’arrivo ad Agno di aerei più grandi”, non si vede come ciò sia possibile, dopo l’adozione di norme più restrittive delle precedenti.
(Foto: khunaspix)