di Giuseppe Z.
Domanda: è vero che votare contro i globalisti è come tirarsi una martellata sulle palle?
I globalisti sono un tipo particolare di persone. Il nostro Codice Civile non li concepisce. Quando è stato inventato il concetto di domicilio (il codice è del 1907), le persone stavano in un posto e poi viaggiavano per lavoro. I globalisti invece non stanno da nessuna parte, viaggiano fra le loro case nel mondo e in ognuna potrebbero avere il loro domicilio. Se io fossi un globalista e se la votazione passasse, risponderei con ironia: cambierei il domicilio, ma continuerei ad abitare in Svizzera.
Alla votazione contro i privilegi fiscali ai globalisti bisogna votare Sì, è chiaro. Ma è anche chiaro che il problema non si risolve così. Non foss’altro per un’applicazione banale della teoria dei giochi.
Zygmunt Bauman, nel suo libro “Dentro la globalizzazione”, descrive bene questa società liquida in cui la differenza fondamentale fra le persone è diventata la possibilità di viaggiare. Chi sta “sopra” può spostarsi fisicamente, chi sta “sotto” no. Il problema dei globalisti va quindi risolto a livello internazionale. Tutti gli studi lo dimostrano: questi straricchi stanno drenando ricchezza alla popolazione europea e mondiale e ingrassano senza sosta, anche e soprattutto durante le crisi. E noi che facciamo? Li tassiamo di meno?
Bisogna eliminare la concorrenza fiscale internazionale come la conosciamo oggi. Se continuiamo a lasciare i globalisti a piede libero, sì che ci tiriamo una martellata sulle palle: questo è il problema.
(Foto: maxim ibragimov)