di Jacopo Scarinci
Sta prendendo corpo, almeno stando alla stampa ticinese, la possibilità che il posto lasciato libero da Mauro Antonini nella lista liberale-radicale per il Consiglio di Stato venga occupato da Rocco Cattaneo. E se andasse così sarebbe una notizia magnifica.
Da che mondo è mondo il presidente di un partito ne decide la linea. Non c’eravamo, le nostre potranno essere solo supposizioni, magari abbiamo visto troppo “House of Cards”, ma sembra chiaro come dietro il comportamento dei deputati liberali in Gestione sull’iniziativa “Salviamo il lavoro in Ticino” l’altra settimana ci sia stato un ordine dall’alto. E l’ordine dall’alto da chi deve venire se non dal presidente del partito cantonale?
Se Cattaneo si candidasse seriamente al Governo, sarebbe chiara una volta per tutte la posizione del PLRT su questioni drammatiche come il dumping salariale e la cura dei nostri disoccupati e assistiti. Se Cattaneo si candidasse, cadrebbe quel velo di ipocrisia che c’è dietro ogni presa di posizione in casa liberale riguardo al lavoro, finirebbe il teatrino della vicinanza ai Ticinesi in difficoltà e finalmente capiremmo tutti come un partito sempre più espressione del padronato abbia deciso di non interessarsi più di quelle che dovrebbero essere le priorità politiche del momento.
Si candidi, Cattaneo. E lo spieghi, in campagna elettorale, perché non potremo votare l’iniziativa contro il dumping salariale prima del 19 aprile. Spieghi anche perché aveva paura di farlo e quale elettorato temeva di perdere. E poi vedremo come la prenderanno i Ticinesi.