di Fabrizio Sirica
– …il proibizionismo non è mai riuscito a contrastare efficacemente lo spaccio di droga: la gente consuma droghe fin dall’inizio dei tempi e proibirle non hai mai funzionato.
+ …la regolamentazione è l’unica risposta pragmatica ed efficace per tenere sotto controllo il fenomeno.
– …il proibizionismo crea criminali, perché è una strategia che trasforma chi ne fa uso in un delinquente.
+ …la regolamentazione vede nell’uso delle sostanze la soddisfazione di un bisogno in modo disfunzionale.
– …il proibizionismo crea ambienti malavitosi, dove organizzazioni potenti sfruttano i bisognosi, ambienti in cui le persone con dipendenze si chiudono e si allontanano dalla società.
+ …la regolamentazione renderebbe trasparente e non giudicante l’uso, permettendo ai servizi di aiuto di dialogare e aiutare efficacemente.
– …il proibizionismo, a livello ecoomico, è un danno pazzesco: si spendono tantissime risorse in una lotta già persa.
+ …la regolamentazione permetterebbe di creare posti di lavoro e avere introiti reinvestibili in prevenzione.
– …il proibizionismo induce a tagliare la droga con sostanze molto più dannose della droga stessa.
+ …la regolamentazione tutelerebbe il consumatore.
Siamo tutti d’accordo sul fatto che la droga fa male. Ragioniamo sul sistema politico da applicare per ridurre i danni e aiutare le persone.
Se Dadò è contro, allora vale la pena andarci!
I giovani Comunisti, i giovani Socialisti e il SISA organizzano una conferenza coi controfiocchi su droghe e proibizionismo alla Biblioteca cantonale di Bellinzona. Bisognerebbe andare a seguirla anche solo perché Fiorenzo Dadò e Michele Guerra ci si sono scagliati contro. Ciò è garanzia se non di serietà almeno di sicuro fastidio da parte di borghesi e benpensanti.
Per una sera fate qualcosa di diverso invece di distendere le vostre stanche ossa sul divano guardando Barbara d’Urso che piange in TV! Venerdì alle 18.30 scopriamo con Dick Marty, Franco Cavalli, Michel Venturelli e Edoardo Cappelletti se è il caso di proseguire con i sistemi repressivi o se è meglio provare a calcare altre strade.