di Pepita Vera Conforti
Le puntate di Borgen del 30 novembre. Birgitte con il suo staff riesce a portare in porto le trattative di pace tra i governanti di due Stati africani in guerra, sui quali gravano gli interessi occidentali e cinesi per il petrolio. Dovrà fare i conti con la figlia, la cui condizione di prostrazione si aggrava. Le giornaliste Hana e Katrine sono ormai temibili alleate, intrepide e determinate, ma anche pronte a sostenersi e a imparare una dall’altra, ma senza farsi sconti.
Domande che un politico e una politica “potrebbero” farsi quando si guardano allo specchio.
- Quanta influenza hanno i poteri economici forti?
- Qual è il limite di contrazione dei miei principi?
- Quanto mi costa rispondere o non rispondere a una provocazione?
- È autentico coraggio, spirito di servizio, vanità, idealismo o interesse particolare quello che mi fa agire con testardaggine?
Consigli al femminile…
- Essere consapevole del proprio potere.
“Fai parte del club dei governanti di 190 Stati che puoi chiamare al telefono”. - Non ci si scompone quando ritengono più autorevole l’opinione di un tuo collega.
“Cosa ne pensa lui?”, chiede il capo di Stato africano.
Non è un male imporre lo status del proprio ruolo quando ti prendono in giro. - Giocare il tutto per tutto anche a costo di diventare “fastidiose come zanzare”.
- Bisogna sempre sapere con chi si tratta.
“Mentre banchetto con questi uomini alfa…”. - Non dimenticarsi mai di ringraziare chi collabora a un successo.
- Se un figlio o una figlia sta male, la vita non sarà più la stessa.
Lo ammetto, la recensione è un po’ fiacca: rispecchia l’andamento lento delle puntate… Difficile spremere oltre. Come direbbe un danese, lort.
In attesa delle ultime due puntate, vi lascio con l’amaro scambio di battute dopo i colloqui con i capi di governo europei indifferenti al conflitto africano.
Birgitte dice: “A nessuno interessa la pace nel mondo”. “E lo scopri adesso?”, risponde il fidato Bent, rientrato dopo il congedo malattia.
Speriamo che almeno alle Miss interessi ancora la pace nel mondo (lo so, è un luogo comune), altrimenti siamo proprio fregate.