di Shevek
Credevamo di avere dei problemi. La disoccupazione al 4%, che poi invece è all’8. E i frontalieri e il traffico e il dumping. Roba da incazzarsi e da litigare fra noi sulle cause e sulle soluzioni. Ma tutto sommato sembrava, il nostro, un piccolo mondo stabile. Complicato e confuso, litigioso e pasticcione, ma stabile.
Beh, ‘sticazzi, scusate.
Perché basta niente… e per “niente” si intende lo sganciamento del franco dall’euro… per mandare tutto in vacca.
Ricordate il picco della crisi? Ricordate i licenziamenti e il lavoro ridotto, sì? Ecco: torneranno. Perché il poco di benessere mantenuto negli ultimi anni era legato a quel fatidico 1,2, che garantiva alla produzione in Ticino e in Svizzera un po’ di competitività. Ebbene, stamattina il cambio era sceso fino a 0,93.
Perciò adesso ciccia. Finita. Arriveranno ancora più frontalieri attirati da salari ancora più bassi, quelli che già ci sono si beccano subito un cospicuo aumento senza far nulla, arriveranno anche i salari in euro. Agli ultimi turisti possiamo pure fare “Ciao ciao” con la manina. Il resto dell’economia… tutto il resto… a seguire. Tanto per gradire, la Borsa è andata sotto del 9,5% e sono spariti 140 miliardi (che poi dov’erano questi 140 miliardi quando bruciano?… qualcuno se lo chiede mai?).
Ma a Berna che gli frega delle regioni di confine? Quanto conta questo buco di Cantone in questo buco di Paese? È la globalizzazione, bellezza! 350 mila Ticinesi di qua, 500 milioni di Europei di là. Basta cambiare un numerino, e noi siamo asfaltati. Fottuti. Eppure qua c’è gente che pretende di “mandare dei segnali” per farsi sentire a Berna e perfino a Bruxelles. “Uuuhhh! Che pagüüüra!”, direbbe il Nano.
Ovviamente i veri problemi di questo Cantone sono le battute di Corrado Mordasini sull’avvenenza delle candidate Verdi. Son drammi davvero.
(Foto: ginasanders)