di Jacopo Scarinci
“Prima i nostri” è un’iniziativa promossa dall’UDC, partito che per bocca del suo presidente cantonale Pinoja nemmeno una settimana fa ha cannoneggiato la Lega dei Ticinesi con l’accusa di appropriarsi delle recenti iniziative democentriste rivendicandone i successi. Su quest’ultima che andrà in votazione, però, l’attualità parlamentare finora consiglierebbe ai Leghisti di non mettere cappello. Vediamo perché.
Il rapporto della Commissione sanitaria del Gran Consiglio afferma che nel 2020 ci sarà bisogno di 400 nuovi operatori sanitari diplomati all’anno, mentre adesso ne bastano la metà. A questa comunicazione è seguito un bel dibattito, con protagonisti quasi tutti i partiti di governo e opposizione: Polli, Jelmini, Kandemir Bordoli, Del Don hanno preso la parola e, ciascuno secondo la propria sensibilità, hanno suggerito modi di agire. Hanno fatto proposte, insomma. Però, come nel caso delle proposte della delegazione ticinese a Berna, abbiamo dovuto usare ancora l’avverbio “quasi”: perché di proposte della Lega non c’è stata traccia.
Capito? Quelli che accusano i frontalieri pure di aver pilotato l’asteroide che portò all’estinzione i dinosauri ticinesi del Cretaceo sono stati zitti, twittando su tutt’altro, senza che nemmeno uno dei loro numerosi deputati prendesse la parola e proponesse qualcosa. Vuoto d’idee pericoloso, per chi sbandiera ogni domenica panacee e soluzioni. Vuoto d’idee per niente coerente con i loro slogan da bar, che avranno indubbiamente risonanza nel web ma che davanti a fatti come questo o alle assunzioni allegre a Lugano si rivelano per ciò che sono veramente: fuffa.