di Cassandra
Io ho tre figli. Passo il tempo fra risatine isteriche e crolli depressivi. Più volte ho pensato di rivolgermi a un gruppo di autoaiuto per genitori di figli prepuberi, puberi, preadolescenti, adolescenti e postadolescenti. Anche perché, quando ti senti vicina al crollo, ascolti qualche altra madre e ti rendi conto che non sono i tuoi: è proprio una pandemia mondiale.
La cartella sbattuta all’entrata con la giacca, le scarpe abbandonate nel corridoio, quando non sono i calzini trovati negli angoli più improbabili della casa. Calzini che trovi seguendo scie olfattive per cui un cane molecolare sarebbe deceduto: troppe sollecitazioni in poco tempo.
Ma non finisce qui.
Il materiale scolastico abbandonato in strategici mucchietti nelle camere, in sala o nel sottoscala. Tubetti di dentifricio spremuti a metà, con scie azzurrine spalmate, non si sa come, sulla parete. Il tappo ormai è scomparso da giorni, e ciò fa lentamente seccare, come una ferita che fa la crosticina, l’ugello del dentifricio. Questo comporta che tu un giorno, assonnata e con le occhiaie, vai in bagno per lavarti i denti e cerchi di spremere il tubetto, che si inalbera in una strenua resistenza, essendo praticamente solidificata la crosta. La tua pressione si fa spasmodica fino a che, in uno spasmo liberatorio, un fiotto azzurro si spiaccica su lavandino e piastrelle.
Ma questi sono solo gli aspetti più prosaici. Poi ci sono le comunicazioni: silenzi, mugugni, grugniti. Bicchieri abbandonati in giro. Briciole e cartacce. Bucce. Non parliamo dell’igiene, che è talmente approssimativa da sfidare la cucina di un topaia di Capo Verde.
E poi non ubbidiscono. Ubbidiscono solo a Lui, il maschio alfa, il gibbone maschio, che quando alza la voce fa tremare le pareti e che, se è il caso, è ancora in grado di far pesare le sua supremazia fisica, mentre tu sei già fortunata se riesci a ricevere uno sguardo di pietoso compatimento.
Allora un giorno ti alzi piena di furore e cominci a capire quelli dell’ISIS. E, incazzata come una iena, decidi di istituire il tuo personale Califfato, con regole rigide legate a sequestri (non di persone ma di telefonini) e di atti terroristici, quali il trafugamento di cavi di computer e gli abbassamenti repentini delle valvole, soprattutto quando alla Play stanno facendo il record. Blocco dei trasporti e degli allenamenti.
È ovvio che poi ti odiano, come tutti odiano quelli dell’ISIS. Ma cominciano anche a temerti e di conseguenza a ubbidirti.
Insomma, ho istituito una sharia casalinga. Ed è triste dirlo, ma il regime del terrore funziona!