di Cassandra
In queste elezioni, come al solito, saltano fuori le facce più o meno conosciute dei candidati e delle candidate. 90 per partito, sono circa 6 o 700 volti che fanno occhiolino da giornali, tabelloni luminosi, manifesti e internet.
Io non sono mica brutta. Anzi, mio marito mi ha detto che mi metterebbe nella metà superiore di un’ipotetica graduatoria. È vero che è di parte, ma di solito anche abbastanza obiettivo. Nonostante ciò, non posso fare a meno di notare, soprattutto su internet, i meravigliosi volti di alcune candidate: donne talmente incredibili da farti immediatamente retrocedere nella graduatoria nella categoria delle cozze.
Ho scelto Amanda Rückert, viso splendente e occhi da Husky, ma avrei anche potuto parlare di Gendotti, di Gianella, di Ferrara Micocci o di Lurati Grassi o di decine di altre candidate, diventate per miracolo delle dive del cinema muto. Ma dov’erano tutti questi splendori un po’ di tempo fa? Sono sorte dalle acque? Erano nascoste, moderne ninfe, nei nostri ubertosi boschi?
Io sono maligna dentro, e allora che faccio? Vado a cercare su Facebook le foto dei profili e scopro che poi, in fondo, sono donne normali. Anzi, alcune perfino un po’ bruttine. Però Photoshop e un fotografo complice fanno miracoli, al punto da renderle appetibili anche a chi di politica non mastica un boccone.
Comunque un po’ di invidia mi è venuta. così ho provato a chiedere a mio figlio, quello grande, che ha tutti i programmi (naturalmente craccati) possibili e immaginabili.
“Ciccio, ce l’hai Photoshop?”
“Eh? Sì, perché? Ho la versione di prova.”
“E lo sai adoperare un po’?”
“Certo, ma’. Che ti serve?”
“Se mamma ti dà una foto, riesci a correggerla come fanno i fotografi, tipo togliermi le rughe, farmi gli occhi più belli, cose così?”
“Mamma, è un programma per il ritocco delle immagini, non uno per fare i miracoli.”
Allora sono andata in camera mia e ho pianto. Però alle prossime elezioni, se l’impalcatura regge, mi candido anch’io!