della Redazione
La guerra ai frontalieri e ai lavoratori stranieri è ormai il leit motiv della Lega. Che, diventata ormai il partito delle tasse, è a corto di altri argomenti. Ma è sempre stato così? Manco per sogno. E basta andarsi a rileggere “il Mattino della domenica”, come sta facendo “il Caffè” nelle ultime settimane.
Infatti scrive che serve
“una liberalizzazione del mercato del lavoro, senza il freno da parte di misure governative all’assunzione di lavoratori ausiliari stranieri; e l’abolizione dei salari minimi fissati dal Cantone per questi lavoratori”.
– “il Mattino”, 2 febbraio 1992
Come dire “Viva il dumping!” (che oggi a parole la Lega avversa). Le cose possono migliorare
“solo se la manodopera costa meno e ciò ci riallaccia al discorso dei lavoratori stranieri che costano meno, soprattutto se non viene fissato un minimo salariale”
– “il Mattino”, 31 gennaio 1993
Ergo: assumiamo frontalieri e stranieri a stipendi rasoterra, così il lavoro e i suoi frutti costano meno. Esilarante poi quanto segue un anno dopo:
“se qui un’operaia frontaliera guadagna 13.40 all’ora in Sudafrica lo stesso lavoro viene fatto per circa 3.50 franchi. Quindi si potrebbe importare risparmiando notevolmente sulla manodopera calcolando che per il trasporto, ad esempio, di 200.000 magliette il costo sarebbe di circa 5000 franchi”.
– “il Mattino”, 2 ottobre 1994
“Uella!”, per dirla col defunto…