della Redazione
Dal programma politico della Lega dei Ticinesi, anno 1991, capitolo 11: “Rivendicazioni a Berna”.
a) Ridurre progressivamente e sostanzialmente le spese militari, tali cifre andranno a finanziare le rendite AVS e lo sconto fiscale lineare del 20%
b) Integrare la Protezione civile nell’organizzazione dei pompieri (risparmio 20 milioni).
Questo era il Bignasca della prima ora, che si oppose anche all’acquisto degli F/A-18, per poi ammorbidirsi anni dopo, non combattere più l’esercito più e digerirlo come un coccodrillo fa con il pasto, con qualche lacrimuccia di circostanza.
Ed ecco il seguito, a firma Norman Gobbi.
“L’Esercito incarna i valori fondanti della Svizzera. Oggi infatti possiamo affermare con orgoglio di essere riusciti a mantenere in Ticino la maggior parte degli stazionamenti militari e di aver ottenuto dal Dipartimento della difesa molto di più rispetto ad altri Cantoni.
L’Esercito è fondamentale per la sicurezza del Popolo svizzero; sicurezza che rappresenta un bene primario per tutti i cittadini, specialmente in un momento in cui siamo confrontati con una situazione d’instabilità a livello globale”.
Norman Gobbi, “il Mattino”, 22 febbraio 2015
Sempre Norman Gobbi il 18 febbraio 2012 disse alla Giornata di comunicazione del Comando Forze speciali a Lugano:
“Per rafforzare la porta svizzera verso il Mediterraneo, dobbiamo consolidare e aumentare la presenza militare in Ticino”.
Esercito alle frontiere? Leggiamo Giuliano Bignasca…
“Hanno fatto un sondaggio sull’impiego dell’esercito alla frontiera per bloccare l’emigrazione clandestina e non hanno intervistato i ticinesi. Sia quindi chiara un’altra cosa: senza la consultazione e l’accordo della popolazione interessata l’esercito svizzero non occuperà la nostra frontiera, comunque questo giornale si opporrà energicamente”
“il Mattino”, 31 marzo 1991