di Jacopo Scarinci
Gli amici di Sinistra.ch mi perdoneranno questo “articoletto” (cit.), ma la loro articolessa, stimolante benché interminabile, merita qualche considerazione.
La do io che non ho la tessera del PS e che commento la politica, sì, ma che piuttosto di farla mi farei sparare. In soldoni, il nostro Giuseppe Z. viene accusato di nascondere sotto il tappeto la polvere delle macerie di un PS in continuo arretramento e alla disperata ricerca di “alleati” per non sparire in vista delle Federali.
Alcune delle loro posizioni, in fin dei conti, sarebbero pure condivisibili. Che l’attuale gruppo dirigente del PS non abbia dato il meglio di sé negli ultimi anni è sotto gli occhi di tutti, come è altrettanto chiaro che le alternative che stanno venendo fuori soprattutto dalla Sezione luganese sono da mani nei capelli. Il problema, però, è tutto nell’impostazione della critica e di chi la fa.
L’“articoletto” di Giuseppe Z. riprende la proposta fatta da Jacques Ducry in merito a una sua possibile candidatura al Consiglio degli Stati. Ebbene, questa proposta può essere discussa, persino contestata e combattuta, ma l’1,05% di voti per il Consiglio di Stato e l’1,45% per il Gran Consiglio (voti ottenuti assieme all’MpS, tra l’altro) non rappresentano un pulpito abbastanza alto per sparare ad alzo zero sul PS, sul suo elettorato, sulla sua storia e sui suoi valori.
Il PC paga il peccato originale di tutti i cespuglietti comunisti in Europa: il protagonismo misto a vittimismo. Il protagonismo è dettare agende politiche dall’alto di percentuali ridicole, e verrebbe da chiedergli perché, se il PS arretra così tanto, loro prendono, assieme all’MpS, quanto Montagna Viva. Il vittimismo è quello di vedersi sempre sotto attacco, che viene sfogato attraverso comportamenti da maestrini supponenti che non rendono giustizia né alle loro intelligenze né al loro bagaglio culturale.
Infine vengono citati “Porcellum” e Italia. Ebbene, con l’1,45% un partito in Italia, come nel resto del mondo, scompare. In Ticino dispensa lezioni.