di Gherardo Caccia
Il rapporto del ticinese medio con Expo è strano. È come con un programma di televisione trash: tutti a dire che non gli interessa, ma poi ognuno a commentarne le gesta e i protagonisti, ma per carità, solo per sentito dire! Con Expo la stessa cosa: nessuno ci va, ma tutti ne sanno vita morte e miracoli. Io a Expo ci sono andato e ho deciso di stilare un personalissimo pagellino, tra padiglioni, servizi ed emozioni.
Entrata – Un vero e proprio check point aeroportuale, ma senza tetto, perciò se piove te la becchi tutta, se il sole stecca a piombo nessuno ti toglie un’insolazione. Se pensi che poi quasi tutto il resto di Expo ha una copertura, è proprio un peccato.
Voto: 3
Scale mobili – Idea lodevole per superare l’unico dislivello del cavalcavia che divide i posteggi da Expo. Per salire si blocca, per scendere si blocca. Sovraccarico? Manomissione? Fatto sta che non va.
Voto: 3
Padiglione Italia – Irraggiungibile. Dalle 10 alle 17 costantemente un’ora e mezza di coda. Se hai solo una giornata dispiace non andarci, ma ci perdi mezza giornata.
Senza voto.
Padiglione Svizzera – Didattico. Messaggio importante, quello del padiglione, uno dei pochi che va oltre alla propria promozione.
Checché se ne dica, voto: 5.5
Padiglione Turkmenistan – Kitsch all’inverosimile, autoreferenziale e noioso. Voto: 2.
Padiglione Slovacchia – Innovativo e semplice. Arte e riciclaggio per mantenere vivo l’interesse su cultura ed ecologia.
Voto: 6
Padiglione Germania – Spaccone. Grande design, ma poca sostanza.
Voto: 4