di Jacopo Scarinci
Ieri a Berna la Commissione federale contro il razzismo (CFR) ha presentato una campagna, chiamata “Bunte Schweiz”, che ha come obiettivo combattere il razzismo sempre più dilagante su internet.
Era ora. L’anonimato e il tanto tempo libero da poter spendere attaccati a un computer hanno permesso a sempre più cretini di sproloquiare il più delle volte esibendosi in razzismi vergognosi. Finora il loro scudo è stato la difesa del concetto di diritto di opinione. Da ieri non sarà più così, assicura Martine Brunschwig Graf, presidente della CFR: in pratica si passerà a un’applicazione severa e strettissima delle leggi vigenti sugli scritti su internet, sulle esternazioni pubbliche, sui manifesti politici. E questa è una piacevole novità, visto l’uso cre… ativo che sovente ne fanno quei simpaticoni dell’UDC.
Vi ricordate la sentenza del Tribunale federale che l’anno scorso assolse il tale che sul Grütli, durante un ritrovo di un partitino di estrema Destra, fece per una ventina di secondi il saluto nazista durante la lettura del “Guglielmo Tell” di Schiller? La motivazione fu che quel tizio stava esprimendo una sua convinzione personale, non stava facendo apologia di nazismo. Ecco: in teoria, stando a Brunschwig Graf, questa e altre schifezze da oggi saranno bandite.
In teoria. Perché abbiamo capito un po’ tutti come funziona il web. E speriamo lo abbia capito anche la CFR. Anonimato, nickname più o meno da pirla, bandiera svizzera come immagine profilo e giù a scrivere idiozie. Ché tanto su Facebook vengono bannate le tette, mica la disinformazione e il razzismo più becero.