di Ipazia
“Uella!”, direbbe il defunto. “Lingua marroncina!”, direbbe il suo compare pure defunto. Infatti due siluramenti eccellenti e a ciel sereno contraddistinguono queste ultime giornate primaverili ticinesi: il giudice Pierre Pasi liquidato dal Ministero pubblico federale e il “city manager” (segretario comunale, in italiano) di Lugano Mauro De Lorenzi liquidato dal Municipio in corpore.
Nei nostri siti e giornali è uno sprecarsi di giustificazioni. Il Pasi non condivide (e vorrei vedere!) il suo siluramento, che ritiene immotivato: solo cosuzze amministrative, a leggere commenti e articolesse. Nessuno che rilevi come, da che mondo è mondo, un magistrato non è mai stato sospeso, con effetto immediato e divieto di accedere all’ufficio, per semplici divergenze sulla gestione amministrativa.
E il city manager dallo stipendio superiore a quello di un consigliere di Stato, voluto da re Giorgio? Licenziamento? Macché: “Non è stato licenziato, non c’è alcun rapporto conflittuale”. “Ah beh, sì beh…”, diceva Jannacci su testo di Dario Fo. Dalla sera alla mattina viene messo alla porta. Intanto si dà malato, ma tout va bien, madame la Marquise, e guai a scavare su cosa ha combinato sotto il regno precedente il sedicente manager.