Gli euroburocrati hanno vinto e la decenza ha perso. Serve però a poco dare dei nazisti a Merkel e Schäuble, come qualcuno sta facendo, mentre servirebbe un po’ di più iniziare a dire che fino a gennaio le previsioni di crescita della Grecia per il 2015 superavano quelle della Svizzera, degli USA, dell’Eurozona e ora, sei mesi dopo, è previsto un crollo del 3%. Servirebbe anche, soprattutto per i tifosi dell’”OXI OXI!”, iniziare a dire che se Tsipras avesse accettato il salvataggio nei mesi scorsi, si sarebbero evitati questo scempio di accordo e il Paese commissariato.
Come definire sennò chi viene obbligato a fare in tre giorni le riforme che in un Paese normale occuperebbero anni? Senza dimenticare che non è assolutamente detto che Syriza approvi questo pacchetto di riforme che definire “lacrime e sangue” è un eufemismo, anzi. Alexis Tsipras ha perso la sua nobile e commovente prova di forza, ma senza peccare di cinismo va detto che solo i suoi tifosi più innamorati credevano che avrebbe potuto ottenere qualcosa. Questa vicenda ha rappresentato la pietra tombale sugli ideali come forza contro lo strapotere burocratico delle istituzioni europee che, una volta per tutte, hanno detto ai Paesi membri: “Si fa come vogliamo noi”. Anche se, perché va detto pure questo, avere i conti in ordine, non distribuire ciecamente sussidi, non dimezzare l’IVA per sport, non mandare in pensione a 50 anni la gente e non truccare i bilanci aiuterebbe a non finire in queste condizioni.
La Grecia andrà così probabilmente a elezioni anticipate, che probabilmente Tsipras stravincerà. Negli stessi giorni si voterà in Portogallo e soprattutto in Spagna, dove Podemos è in continua ascesa. Che farà, a quel punto, la Troika?