di Gherardo Caccia
Siamo nell’estate del 2015, un anno dopo il mondiale brasiliano che ha consacrato la Germania campione del mondo anche nel calcio, dopo anni di numerosi piazzamenti d’onore, mentre andava di pari passo a consolidarsi lo strapotere tedesco in ambito economico e politico nel Vecchio continente. È stata la vittoria di Podolski, Müller, Neuer, Klose, ma anche di Merkel e del sistema economico tedesco. In finale nel 2002, terzo posto nel 2006 e nel 2010, finalista dell’Europeo 2008.
E poi c’è il 2004, l’anno dell’Europeo in Portogallo. L’Europeo che doveva essere la consacrazione di Rui Costa e Figo, che doveva lanciare nella leggenda Cristiano Ronaldo. Non andò così, quell’Europeo andò a una squadra arcigna, che faceva del gruppo la sua forza, che si chiudeva a riccio e non lasciava giocare: un outsider, di quelle squadre che partita dopo partita ti dici: “Vabbe’, ormai va fuori, l’avversario è troppo forte, è già bello se è arrivata fin qua”. Quella squadra era la Grecia.
Il Portogallo la incontra già nelle fasi a gironi e gliene suona per 2 a 1. La Grecia passa per seconda, il Portogallo per primo. La finale di Lisbona sembra solo una formalità, ma metti un corner, metti una svista, una testa al posto giusto e la palla entra in porta. Grecia in vantaggio. Da lì solo resistenza, come gli Spartani alle Termopili: non passa niente, non bastano il talento, la classe e gli sponsor. Il Portogallo non passa e la Grecia porta a casa una storica vittoria.
In questi giorni di tensione attorno alla nazione ellenica tornano alla memoria quelle gesta, quell’Europeo, quella squadra arcigna e compatta, quella squadra che alla fine, in quel 2004, abbiamo anche apprezzato e per la quale abbiamo simpatizzato.
E a noi piace anche Tsipras e questa Grecia che vuole dire No alle leggi della Troika, agli strozzinaggi europei, che si compatta e vuole essere padrona del proprio destino attraverso lo strumento democratico del referendum, quella democrazia nata proprio sotto il Partenone. E allora forza Grecia, coraggiosi più che mai, compatti più che mai, squadra più che mai.
E la Germania? La Germania nel 2004 è uscita al primo turno.