di Gherardo Caccia
Possiamo rosicare quanto vogliamo, ma Milano ce l’ha fatta. I casi di corruzione, i ritardi nei cantieri,i lavori sospesi e poi ripresi. Si pensava a un fallitalimento, all’ennesima spanciata di una nazione e di una città che avevano fatto del vivere al di sopra delle proprie possibilità il loro lifestyle: con Expo sembrava proprio il passo più lungo della gamba.
Il 1. maggio però tutto si apre, i padiglioni ci sono, le strade pure, i collegamenti anche (tranne la Stabio-Arcisate, che ci rimane un po’ qua). È l’ennesimo miracolo all’italiana, come lo sono state le Olimpiadi di Torino del 2006. Certo non oso pensare a cosa sarà Rho dal 1. novembre, ma questa Milano ha mantenuto la parola, specialmente con i Paesi come la Svizzera che per primi hanno aderito a Expo. Così il 1. maggio hanno aperto. E non hanno aperto la fiera del porcino di Seregnano, ma un’esposizione universale.
I servizi – Ben posizionati e visibili grazie ad una segnaletica semplice e comprensibile ai più. In quantità giusta, raggiungibili in pochi minuti in qualunque parte ti trovi. Queste enormi case di legno contengono bar, bistrot, toilette, librerie e altro ancora. Tutto pulito, semplice e funzionale. Sicuramente andranno smantellati e i materiali riutilizzati. Sostenibili e pratici.
Voto: 6.
Piazza Italia – Un enorme spazio che incrocia le due vie di Expo: il Cardo e il Decumano. Non coperto, la gente ci passa e basta, se si ferma rischia l’insolazione o l’insozzamento. È un area talmente vasta che non puoi utilizzarla neanche come luogo di ritrovo: rischi di perderti uguale. Se doveva essere il fulcro dell’esposizione, l’idea è fallita.
Voto: 3
Il Cardo – La via “corta” di Expo, anch’essa coperta da vele, ospita i padiglioni regionali italiani. Una buona occasione se non si vogliono fare code chilometriche al Padiglione Italia e gustarsi comunque le peculiarità del Bel Paese.
Voto: 5
Iran – Il padiglione è semi aperto, molto all’avanguardia. Una passeggiata a salire ti fa scoprire le piante e le erbe coltivate nel paese. Scritte multimediali proiettate fanno da parte didattica. Nello stesso tempo busti di personaggi come biologi o scienziati millenari ci fanno capire che la biodiversità e la ricerca non sono concetti appena nati, ma la cultura iraniana li già conosce da secoli. Al piano sottostante piccole vasche e baretti creano un ambiente un po’ più glam per potersi fermare a bere qualcosa. Non scontato.
Voto: 5+
Austria – Avete già camminato in una foresta austriaca? Se non lo avete mai fatto, a Milano si può. Un sacco di verde rigoglioso circonda il visitatore. Infatti, grazie alle sue piante, il padiglione austriaco produce ogni ora ossigeno per 1’800 persone. Sostenibilità ed ecologia.
Voto: 6
Qatar – Anche questo padiglione sembra proveniente da Gardaland: cartapesta e resina a riprodurre un palazzo che sembra uscito da mille e una notte… con un enorme cesto di vimini al centro. Ma Cristo, avete le piste da sci al coperto, i palazzi a forma di vela e le isole a forma di palme, e vi presentate così? Anche su questo la prima impressione ha influenzato il voto. Pessimo.
Voto: 2