di Jacopo Scarinci
La notizia dell’apertura di un negozio di kebab di fianco al simpatico faccione del Nano deve riempirci di gioia non per l’evidente comicità involontaria del fatto, perché si spera e si suppone che il benvenuto commerciante non sappia neanche chi siano i Bignasca, ma perché (spiegazione per il Leghista medio) nulla come il cibo unisce culture diverse, le mischia, le fa comprendere meglio. E questo dagli albori delle civiltà.
Quanti scolandosi una Feldi sanno che la birra se la sono inventata in Mesopotamia quei 6’000 anni fa? O il pane, che mentre i nostri antenati ancora cacciavano con lance primordiali veniva impastato e cotto nel Vicino Oriente? Per non dire della pasta secca, lascito culturale euroasiatico, usata dalla Fenicia alla Cina e solo parecchi secoli dopo arrivata in Italia.
Si potrebbe andare avanti per ore, ma il senso rimarrebbe lo stesso. E chissà mai che questo kebabbaro in via Monte Boglia non riesca a spiegare a qualche razzistone dei nostri qualcosa di simile. Cioè che abbiamo sì le costine, ma che anche il kebab è buonissimo. Col piccante, però, sennò godi solo a metà.