di Jacopo Scarinci
Ad Angela Merkel forse no, ma a me Yanis Varoufakis mancherà un sacco. Sembra sia stato “dimissionato” dal suo stesso partito, altre voci dicono che il suo allontanamento fosse una condizione europea per far ripartire il dialogo tra le parti. Non si sa. Comunque sia, anche se Varoufakis non passerà alla storia come il nuovo Roosevelt, sicuramente ci ricorderemo di lui a lungo.
Un Ministro dell’Economia che si presenta in T-shirt a commentare l’esito di un referendum cruciale come quello greco di domenica scorsa, per poi andare via a bordo della sua Yamaha con non so quanti cavalli di cilindrata, pensando già alle dimissioni che avrebbe dato di lì a qualche ora, non si era mai visto. Immaginatevi Schneider-Ammann in tutto questo e fatevi due belle risate.
Il paradosso di questi giorni è che questo palestrato economista, strafottente il giusto e coerente al massimo, ha dimostrato di poter essere più serio di quei grigi burocrati europei che abbiamo visto alla tele ogni sera. È stato definito un “dilettante” semplicemente perché è stato il primo a non chinarsi ai diktat europei. È stato praticamente insultato a mezzo stampa da improbabili ministri Lettoni o Estoni solo perché nei summit ha provato a spiegar loro quella cosetta che si chiama Teoria economica: argomento del quale, in quell’Eurogruppo, un bel po’ di gente è a digiuno.
Il suo successore, Euclid Tsakalotos, non mette giacche di pelle e non si esibisce in sorrisi degni del “Faust” di Goethe. Sembra uno studioso serio, preparato. Insomma, vedremo. Ma senza Varoufakis a livello di costume, stile e aneddoti, cioè le sole cose vagamente interessanti offerte dalla politica europea in questi tempi, qualcosa ci mancherà.