di Jacopo Scarinci
Insomma, la storia è questa. Finché su Facebook i post razzisti e xenofobi arrivavano solo da profili con croci celtiche, immagini di Mussolini, inni al “Mein Kampf”, faccioni di Jean-Marie Le Pen lo sapevi, eri pronto. Faceva schifo uguale, ma che potevi pretendere?
Ciò che balza all’occhio, però, è che risate sui barconi ribaltati dal mare, insulti ai richiedenti l’asilo, post sempre più beceramente razzisti sui migranti in fuga da guerra e morte arrivano da chi ha la bacheca zeppa di cagnolini, gattini, incantevoli rododendri e passiflore, citazioni e immagini di Papa Francesco, crocifissi e frasi con la Madonna piangente sullo sfondo, a volte delicatamente sfumata come per non disturbare tanta magnificenza mariana. Anche chi non ha fatto catechismo come il sottoscritto arriva a vedere che il problema è o nel messaggio cristiano o nel cervello di questi idioti. Dando per assodato che Francesco non passa gli Angelus domenicali a inveire contro gli sventurati sui barconi e non si fa grasse risate sui migranti morti tra una tazza di mate e una partita del San Lorenzo alla tele, il problema è tutto in quest’ultimo.
E il problema non è solo questo passo indietro nella scala evolutiva. Il problema è che non sai mai chi ti circonda: se ci pensate, è una cosa terrificante. Il lato becero della nostra specie esce in maniera sempre più odiosa, affilata, violenta. Tra un gattino e l’altro, tra Gesù e la Madonna, tra il Papa e un pulcino che esce dal guscio.
E questi ridono, mentre il Mediterraneo è un cimitero.