di Jacopo Scarinci
Quando su “il Caffè” di domenica abbiamo letto che, a causa dei tagli previsti dalla SRG SSR, parrebbe prossima la chiusura di Rete Due, noi del GAS siamo rimasti a dir poco stupefatti. Ma come, con tutto quello che può fare un’azienda di servizio pubblico per contenere i costi, proprio su un canale culturale deve abbattersi la scure dei tagli? Potrà mai essere possibile una cosa del genere?
Maurizio Canetta, da noi raggiunto, ha smentito in toto l’articolo in questione. “Quando ho visto il numero de ‘il Caffè’ sono saltato sulla sedia”, ha affermato il direttore della RSI, trovatosi davanti a “una notizia inesistente con addirittura il commento di alcuni intellettuali sollecitati, si immagina, a commentare la bufala”. Perché, appunto, di bufala si tratta. Il problema dei tagli che la RSI deve affrontare era e resta ingombrante sulle scrivanie di Comano, ma, continua Canetta, “tra le misure non si è mai né pensato né ipotizzato di intervenire sulle reti o sui canali. L’ho scritto nel messaggio a colleghe e colleghi e nelle interviste che ho fatto”.
Per smentire più concretamente la bufala de “il Caffè”, Canetta ha snocciolato dei dati che fanno riflettere: “Rete Due ha un indice di ascolto del 5%, quasi il doppio di quello delle consorelle svizzere e che tutte le reti culturali europee invidiano. Già solo per questo fattore sarebbe assurdo pensare di chiuderla”. Sebbene questo sia un risultato ragguardevole, c’è da dire che i numeri non sono tutto, perché, spaziando dalla musica all’arte, dalla letteratura alla scienza, Rete Due è “una finestra aperta sull’anima e sulla cultura della Svizzera e del mondo.”
Senza dimenticare la missione di servizio pubblico che deve assumersi la RSI. “Non esiste rete culturale che fa grandi numeri”, insiste Canetta, “perché la percentuale di Svizzeri che consuma cultura è minoritaria. Rete Due serve questa minoranza importante e qualificata, con l’obiettivo di allargare la cerchia del proprio pubblico”. Opera che la RSI, ad esempio, ha continuato con “Turné”, il magazine culturale del sabato ne “Il Quotidiano”, dimostrando che “la cultura in radio, in tv e nel web non debba esistere solo in aree delimitate” e che “lo spirito di Rete Due debba permeare anche le altre reti e gli altri pubblici”.
Nessuna chiusura per il secondo canale radiofonico, dunque. E, come chiosato da Maurizio Canetta, “Que viva Rete Due!”