di Markus Zommerman
E poi alcuni “luminari” del giornalismo dicono che l’informazione regionale non tira più. Andatelo a dire a quelli di Liberatv. Che, grazie alle loro notizie sul Ticino, sembrano essersi guadagnati un sacco di lettori in Africa e in Asia.
No. Non siamo ironici. Si chiamano Mamadou Lamine Ba, Sachin Sa Chin, Moe Thauk Kyal, Kyaw Nyein, Hamidou Amadou, Rasel Chawdhory, Minma Kha, Bunyim LY. E tanti, tanti altri. Tutti a mettere Like ai post di Liberatv. Averceli noi dei lettori così fedeli e assidui!
Liberatv, con 59’080 fan che seguono la pagina, è di gran lunga il media ticinese con più seguito su Facebook. Pochi meno del “Blick”, che ne ha 78’072, e della NZZ, che ne ha 81’000. La RSI (con 1’200 dipendenti, come direbbero i nostri amici leghisti) ha “solo” 28.787 Like. Ticinonline (che è il sito web più cliccato in Ticino, ma a questo punto sarà probabilmente stato superato da Liberatv) ne ha 32’000, il “Corriere del Ticino” 9’000, il mattinonline 6’000, “la Regione” 3’300, noi del GAS 2’900 e il “Giornale del Popolo” 2’598.
Anche all’estero, come abbiamo detto, Liberatv è seguitissima. Prendiamo per esempio il loro post dell’intervista a Galimberti. Ha ricevuto 15 Like e di questi 15 tutti, ma proprio tutti, vengono da molto molto lontano. Sono i già citati Mamadou Lamine Ba, Sachin Sa Chin, Moe Thauk Kyal, Kyaw Nyein, Hamidou Amadou, Rasel Chawdhory, Minma Kha, Bunyim LY eccetera.
A noi, che ormai da un anno scriviamo di stranieri e di integrazione, dai confini del mondo non ci caga nessuno. “È un’ingiustizia, però!” (cit. Calimero)