di Solange
Quest’estate, come in tutte le altre, mi sono cimentata con mio marito nella salsa. Lo so: non ne vale la pena, ti costa meno comprarla. Ma vuoi mettere il gusto? Se compro una passata in negozio ora mi sembra di assaggiare un mélange di ketchup e detersivo per piatti. Invece la salsa fatta in casa ha almeno il sapore della nostra passione, è vellutata e morbida e ogni volta che la usiamo evoca la comunione di anime che l’ha prodotta.
Eh, sì, perché fare la salsa in terrazza in una giornata di fine agosto equivale a imbottigliare l’estate. Le nostre mani sporche di salsa, gli schizzi dappertutto, lo scintillìo delle pentole inox: tutto concorre a rendere la salsa qualcosa di indimenticabile. E poi il pomodoro: lui è il re incontrastato dell’estetica ortofrutticola. Rosso, lucente, incantevole. Con la polpa sugosa e raffinata, con i suoi piccoli semini sparpagliati come stelle nel firmamento. Magari sto esagerando un po’, ma tanta è la passione per questo frutto geniale da farmi perdere la trebisonda e trasformarmi in un’erotica poetessa delle Isole Egee.
E non definitelo “rosso”: è svilente. Il pomodoro raccoglie in sé tutte le sfumature dell’estate, dal verde mela al rosso cupo, dal carminio all’arancione scuro. E le varietà? Ahi ahi, poveri tapini, probabilmente conoscete solo il peretto, il ciliegino o il cuore di bue. Che sapete del pomodoro dei cannibali delle Fiji? Rarissimo. Piccolo e crudele, tinto di giallo e rosso, probabile contorno di antropofagi banchetti? O l’africano marrone, dal colore della laterite? O il giallo e ritorto russo Aloychka? E il marmorizzato delle Hawaii? Per non parlare dei cupi e violacei Arbuzny o dei banana gialli. Impressiona molto il nero di Tula, lucido come un carro funebre e quasi nero come la morte. Il mio preferito è il raro blu cioccolato: un delicato pomodoro tondo di media grandezza, che sfuma delicatamente dal rosso al nero. Un ricamo della natura.
L’anno prossimo farete l’orto. Ma, per l’amor del cielo, non mettete a dimora i soliti San Marzano o cherry, buonissimi per carità, ma tanto comuni. Date una possibilità alle specie rare, stupite gli amici a tavola con un pomodoro Bombo, un nero di Crimea o con degli svizzerissimi rossi di Basilea o gli Orange à gros fruits. In questa era della scarsa diversificazione alimentare, diventare padrini di una delle 1’200 varietà di pomodori esistenti diventa un imperativo.