di Jacopo Scarinci
È normale che, se un pensionato nel Milanese ammazza un tizio entratogli in casa, nell’opinione pubblica parta il dibattito. Normale è anche che gli investigatori facciano il loro lavoro, appurando la precisa dinamica dei fatti, verificando se si tratta di legittima difesa o meno. Ma, a proposito di questo, per niente normale è che, invece, sui social e nella stessa opinione pubblica di cui sopra sia partito il delirio, in odor di fascismo – “Ah quando c’era Lui!” – che trova la conclusione nel “È tutto legittima difesa”.
Ma dove siamo, nel Far West? Lo sanno, questi qua, che c’è quella cosetta che si chiama “Stato di diritto”? Che vuol dire questa giustizia fai da te? Se tuo figlio viene beccato a rubare un motorino dal proprietario e quello gli spara, va bene? Quando è legittima difesa e quando no? Ma, soprattutto, la soglia del senso di minaccia è individuale, ci sono il robusto e il mingherlino, l’amante delle armi e il gandhiano, gioiellieri che sparano e altri che chiamano la polizia. E questa benedetta soglia chi la mette?
Rispondiamo noi: lo Stato, quella cosa che sempre più gente, a ogni latitudine di questo pazzo mondo, letteralmente schifa. C’è chi dice, ovviamente senza sapere un cazzo di ciò che è successo in quella villetta, che ‘sto pensionato ha fatto bene a sparare e ammazzare il ladro. Perché? Perché se avesse chiamato la polizia o non l’avrebbero preso o, in caso di arresto, dopo due minuti sarebbe stato fuori di nuovo. Un motivo per ammazzare qualcuno, insomma. E questa è gente che vota.
Sono anni che si seminano ignoranza, barbarie, irrisione delle leggi, sfregio delle regole, sprezzo della legalità, e questo è il raccolto: uno che ammazza un uomo diventa un eroe che ringrazia dal balcone, greggi belanti lo ergono a paladino e lo Stato viene riconosciuto non più come una secolare entità politica e sociale ma come un disturbo, un rompicoglioni che si mette fra te e il tuo diritto di sparare a una persona.