di Sir Pulì
È un articolo piccolo piccolo, di quelli che quasi nessuno legge per intero, uno di quegli articoli di passaggio che servono a riempire una pagina regionale, in sostanza un esercizio di stile per i giornalisti che compongono la redazione di Muzzano. Uno di quegli articoli di cui non serve analizzare il contenuto, perché facilmente riassumibile nel titolo.
Poi però ti capita davanti questo articoletto piccolo piccolo, che tuona “Scritte – Auguri di morte ai leghisti – Da inizio anno fermati 18 sprayer” (“Corriere del Ticino”, 24 ottobre, p. 9) e allora l’articoletto piccolo piccolo ti fermi a leggerlo, perché, visto il titolo, sei curioso di capire chi siano questi 18 sprayer, quali siano i loro connotati e quali pene siano state inflitte a questi ingiuriosi che hanno minacciato di morte un esponente di governo e il politico più votato nel nostro Cantone dalla minoranza di aventi diritto che si è recata alle urne.
E a metà di quell’articoletto piccolo piccolo con un titolo che tanto piccolo non è ti rendi conto che gli autori delle ingiurie non sono mai stati identificati e i 18 sprayer (di cui sette minorenni) “non sono stati loro a prendere di mira Gobbi e Quadri”. Solo che queste considerazioni vengono espresse in fretta e furia alla fine dell’articolo, proprio nell’ultimo paragrafo. Allora cominci a capire il perché di quel titolo, e quale sia lo stile in cui i giornalisti di Muzzano si stanno esercitando. Uno stile sensazionalistico che si affida più alla lettura svogliata di chi sfoglia un giornale per passare la domenica mattina (e in fretta per arrivare alla pagina finale prima che la moglie o la fidanzata di turno torni dalla toilette) che per informarsi consciamente su quello che accade nel nostro Cantone.
Mi sembra di capire che le lezioni di “giornalismo” impartite da Via Monte Boglia stiano dando i loro frutti.