Il deputato italiano di origini marocchine del PD Khalid Chaouki, dopo essere stato insultato dai camerati di Forza Nuova, ieri ha detto l’unica cosa sensata che ho sentito dire in questi giorni di follia: “Le comunità musulmane scendano in piazza, serve una risposta culturale dal basso”.
La comunità islamica di Bologna ha condannato fermamente gli attacchi dell’ISIS a Parigi, vari imam di varie comunità europee idem, per non parlare delle associazioni giovanili musulmane, ovunque indignate per il sangue versato usando il nome del loro Dio come specchietto per le allodole, quando è chiaro che non c’entri nulla la religione. Però viviamo in questo mondo, ed è un mondo di merda, quindi la richiesta di Chaouki è giusta e sacrosanta: in questo delirio l’Islam moderato, assoluta maggioranza dei musulmani, è una delle ultime ancore cui aggrapparsi.
Davanti al fallimento delle intelligence di ogni Paese, davanti a un terrorista in fuga non arrestato a Cambrai perché qualcuno ha tardato a inviare l’informativa e davanti al fallimento conclamato dell’Occidente, le comunità musulmane hanno il diritto e il dovere di spiegare quello che da soli non riusciamo a capire. Ovvero che quei criminali che hanno ammazzato innocenti come fossero mosche nulla hanno a che vedere con loro. Hanno il diritto e il dovere di scendere in piazza e ribadire un’altra grande verità, cioè che l’ISIS è un sedicente, ma molto sedicente, Stato islamico creato, finanziato e rifornito di armi ad hoc da un Occidente impazzito per contrastare il nemico giurato Assad e poi sfuggitogli di mano.
Le comunità musulmane, dopo aver fatto piazza pulita dei pazzi scatenati al loro interno – e i cattolici, che hanno in mezzo un certo Mario Adinolfi, dovrebbero solo tacere al riguardo –, devono prendere in mano la situazione e supplire al nostro qualunquismo ignorante.