Il capo dell’informazione RSI risponde con dignità all’ennesimo sproloquio di Quadri e della sua banda nei confronti del nostro servizio pubblico. Unico scopo della Lega? Delegittimarlo per cuccarsi i soldi del canone.
Il continuo attacco nei confronti della RSI prosegue, alimentato dagli scherani leghisti. Uno sproloquio che massacra Rete Uno, Rete Due, Rete Tre, canali televisivi e se si potesse anche il securino che sta all’entrata. Il livore leghista è talmente palese da rasentare il ridicolo: critiche personali, senza capo né coda, le solite insinuazioni, i soliti quattro vocaboli ripetuti alla nausea. Reto Ceschi, ottimo professionista, ingenuamente e con piglio tristemente professionale risponde al fango gratuito gettato sull’ente, in una manovra plateale che aspira ai soldi pubblici per i mezzi di informazione privati. Perché alla base degli attacchi di Filippo Lombardi e della Lega c’è poi solo quello: il pro saccoccia.
Quegli stessi leghisti che hanno dato le dimissioni dalla CORSI, oggi vorrebbero dettarne il corso (mi si scusi il bisticcio). Un plauso va fatto a Ceschi, per il coraggioso tentativo di ragionare con gente che del ragionamento ha fatto un tabù viscerale. Però è inutile Reto, karo kompagno, cercare di ragionare come giornalista con chi il giornalismo non lo ha mai visto neanche in cartolina e poi chiede i diplomi agli altri.
Riportiamo per dovere di cronaca, qua sotto, la risposta di Ceschi al berciare del solito anonimo:
Egregio Direttor Quadri,
ho letto l’articolo pubblicato a pagina 10 dell’ultimo numero del Mattino della domenica. Ho cercato – come si fa di fronte ad una critica molto dura – fatti ed esempi. Non li ho trovati. Ho trovato invece sentenze come “non sono gli estremisti musulmani ad essere dei macellai; siamo noi europei (populisti e razzisti) che non li abbiamo integrati a sufficienza. Quindi il massacro è colpa nostra!”.
Quando ciò è stato detto alla RSI? Da chi? Mi è sembrato di leggere un articolo pubblicato per uso personale.
Forse è inutile chiederle di esibire fatti ed esempi, poiché lei non li cerca. Forse, nel poco tempo che ha a disposizione fra un impegno e l’altro, prevale la tendenza ad assemblare in tutta fretta giudizi che assomigliano a luoghi comuni.
Qui si parla dei massacri di Parigi, eventi terribili che meriterebbero anche un approccio ragionato e non andrebbero usati per condurre battaglie personali o per scrivere a sproposito che la RSI fa “propaganduccia politikamente korretta”.
Lei – questa è l’impressione – non guarda e non ascolta la RSI. Ma scrive sempre più o meno lo stesso articolo sulla RSI. Se lei ricominciasse a guardarci e ad ascoltarci, troverebbe anche “i nostri errori”. Sarebbe meno ripetitivo, sicuramente più documentato e potremmo impostare una discussione seria, costruita sui fatti.
Reto Ceschi
responsabile Informazione RSI