di Angela
Non ha senso prendersela col tempo e neppure con i meteorologi che a volte sbagliano le previsioni. Imperdonabili sono per contro gli schemi mentali banalmente riduttivi riversati regolarmente da conduttori e meteorine sugli indifesi radio o tele ascoltatori.
“Bello” e “brutto” sono espressioni talmente indefinite e relative che andrebbero finalmente bandite dai bollettini meteo. “Il bello e il brutto tempo stanno in noi e non fuori di noi” insegnava già Baden Powell, il papà degli esploratori. Eppure… eppure ancora domenica sera poco prima delle 18.30 la superficialetta di turno è esplosa in un “fantastico!” all’annuncio del tempo mite e secco previsto per i prossimi giorni.
Diamine! Siamo al cinquantesimo giorno di siccità dopo un’estate eccezionalmente calda con importanti danni alla natura e all’agricoltura, fiumi in secca, la Val Cavargna in fiamme. I nostri vecchi interrogavano il cielo. Noi guardiamo sconsolati a Comano nella speranza che uno dei tanti responsabili (della meteo, dell’immagine, dei programmi) imponga a chi si occupa in vario modo dei bollettini il ricorso a una terminologia professionale.
Si utilizzi “pioggia”, “sole”, “nuvoloso”, “soleggiato”. E ci risparmino per favore un “arriva il brutto tempo” quando cadranno finalmente le prime gocce di pioggia.