di Gianluca Bianchi
Parto da me. Quando ero un bimbo, a casa mia le cose funzionavano a dovere. Da dicembre si sapeva che nell’ordine arrivavano San Nicolao, Gesù Bambino e tutto terminava con i Re Magi.
Per San Nicolao si preparava il vino e per i Re Magi anche. M’importava una sega che i Re Magi erano arabi e il vino non lo potevano bere anche perché io la bottiglia l’ho sempre trovata quasi vuota. Per Gesù Bambino invece si preparavano latte e biscotti. A casa mia c’erano l’albero e il presepe. Si raccoglieva il muschio e Gesù Bambino si posava soltanto al 25. Per Pasqua arrivava il leprotto e se perdevi un dente arrivava il topino dei denti. Il tutto senza panico. A creare confusione c’era soltanto Santa Lucia che non arrivava direttamente ma che aveva quale fidato commendatore una vecchia zia bergamasca senza denti, vociante e amante dei baci a stampo. Santa Lucia, ne porto l’incubo nel cuore. Santa Lucia inviava (tramite la vecchia baciosa) delle orribili caramelle alla salvia.
Altro elemento di disturbo a questa meravigliosa armonia la perdita di un dente in colonia e l’acceso dibattito con i miei compagni di stanza se a portare il 5 franchi (come stiamo a rincari?) fosse il topino, la fatina o evitando volgari metafore: nessuno. Tragicamente vinse il fronte dei “nessuno” (ragazzi ad andare in colonia coi preti c’è poco da stare allegri) costringendomi a pensare che il topino avesse delle serie difficoltà d’orientamento piccolo com’era. In generale però tutto aveva un suo ordine e procedeva secondo i piani. Ora è un gran casino e si fatica a orientarsi: c’è San Nicolao poi Gesù Bambino, I Re Magi, la befana, il topino dei denti, la fatina dei denti, il leprotto, il coniglio. E Lui: Babbo Natale con renne ed elfi. Sì, c’è anche Santa Lucia che con la libera circolazione non affida i doni alla zia bergamasca ma varca serena il confine con una panda targata BG. Il presepe è argomento di dibattito politico e oltre ai classici e discreti alberi di Natale ci lasciamo trasportare da ingombranti decorazioni modello “Babbo Natale ha vomitato qui”. A salvare questa confusa umanità ci sono come sempre loro: i bimbi che con la loro saggezza riescono a trovare un compromesso a tutto.
Mia figlia in un momento di smarrimento aveva stabilito che il vecchio barbone in giacca rossa si chiamava Babbalao. I bimbi, in generale, hanno già trovato la loro soluzione ponendo una domanda tanto ovvia quanto centrale: “Chi arriva in casa tua?” e via di sospiri di sollievo. Ogni famiglia decide chi arriva nel pieno rispetto delle proprie tradizioni. Credetemi quando vi dico quanto è ganzo per una coppia decidere assieme chi entra in casa. Ora, vi immaginate se la gestione di tutto questo marasma fosse affidata agli adulti? Chiudete gli occhi e immaginate che i grandi gestiscano questa Babele fatata. Intanto saremmo chiamati al voto e già vedo i risultati: “Babbo Natale si attesta il miglior risultato con il 33%, segue Gesù Bambino con il 25%. San Nicolao fermo al palo con il 15%, la coalizione dei Re Magi con il suo 5% non supera la Befana che si garantisce un lusinghiero 10%. Santa Lucia raccoglie uno 0.8% malgrado oltre alle caramelle alla salvia ha portato i gommini.” Scusate se lo dico ma sento nel profondo di sapere quale di questi sia il candidato della mia sinistra. Sì, proprio lei, Santa Lucia.
I grandi però non si possono accontentare del voto, andrebbero avanti a litigare fin che non riuscirebbero a fare l’unica cosa sulla quale vanno d’accordo: la guerra. Sì, perché qualche multinazionale del giocattolo sarebbe pronta a finanziare Babbo Natale, la Chiesa sosterebbe Gesù Bambino, le casse malati pronte a difendere il topino dei denti e Santa Lucia come al solito si troverebbe in mezzo senza sostegno di nessuno. Cosa succede a guerra finita? Semplice si ristabilisce l’ordine. Pensiamo soltanto al Ticino: Babbo Natale si aggiudica il territorio del Sottoceneri mentre Gesù Bambino quello del Sopra. Lo stesso discorso vale per il topino e per la fatina. I Re Magi si prendono tutto il territorio cantonale mentre la Befana si ferma alla frontiera con l’Italia. Il leprotto arriva a Pasqua e Santa Lucia (non era stata esiliata?) si prende le valli.
Ora, aprite gli occhi e guardatevi attorno. Era solo un incubo, la gestione resta nelle mani dei bimbi e ognuno sceglie liberamente chi arriva in quei giorni in cui ci sentiamo bambini anche noi. Sarebbe bello se tutto fosse gestito in questo modo rispettando chi crede a Babbo Natale, chi a Gesù Bambino, chi a nessuno e quelli sfigati a cui tocca Santa Lucia. Un mondo in cui ognuno si porta nel cuore le proprie tradizioni senza l’assurda necessità di sbandierarle o imporle agli altri. Sì, sarebbe un bel mondo quello dei bimbi.