di Bruno Samaden
Gianni Righinetti deve aver esagerato col panettone a Natale, visto che nell’editoriale pubblicato ieri sul “Corriere del Ticino” ha in pratica dato dei sovietici a quelli dell’OCST. Il sindacato cristiano sociale contro l’apertura dei negozi il 27 dicembre ha condotto, secondo il Nostro, una battaglia “parsa ideologica all’eccesso, rasentando anche il fanatismo”.
Non pago di questa sparata, l’illuminante editorialista ha definito assurda la richiesta fatta da quei comunisti dell’OCST, e indirizzata al padronato, di chiedere scusa ai dipendenti costretti a lavorare anche domenica scorsa. A sostegno della sua argomentazione, Righinetti afferma sicuro che allora “si dovrebbe chiedere scusa al picchetto del pronto soccorso” e, addirittura, “all’agente di polizia che chiamiamo dopo aver subito un furto in casa mentre passeggiavamo a Natale sul lungolago”. A parte le consuete difficoltà con la sintassi, Righinetti fatica a capire qualcos’altro. Innanzitutto gli sfugge che nella nostra società ci sono servizi indispensabili, come appunto pronto soccorso e polizia. Sono servizi regolati dai turni, di utilità pubblica, pagati con le nostre tasse, quindi con soldi pubblici. Un centro commerciale, quindi un privato, aperto il giorno dopo Santo Stefano non è esattamente un servizio indispensabile. Come non lo è sicuramente quello di Righinetti stesso: sebbene qualcuno ad aggiornare il sito l’avesse messo, il suo “Corriere del Ticino” tre giorni di vacanza (24, 25, 26 dicembre) se li è fatti.
Inoltre, gli sfugge pure che non è obbligatorio essere veterocomunisti per difendere il diritto dei dipendenti della grande distribuzione a passare una domenica natalizia a casa, una domenica tra l’altro più importante delle altre se si è credenti. Basta avere un semplice interesse anche per l’ambiente e per la situazione delle strade, oltreché per le condizioni di lavoro della maggioranza di questi dipendenti. Sottopagati quando va bene, sfruttati quando va male, ricattati quando alzano la testa: tutte situazioni casualmente sempre denunciate, oltreché da UNIA, dall’OCST e da Giorgio Fonio. Tira aria di reprimenda?
P.S.: mentre sparava a zero sull’OCST, Gianni Righinetti, stando al suo profilo Facebook, non era a schiumare sangue in redazione. Era in vacanza a Davos a seguire l’Hockey Club Lugano, di cui è tifoso, nella Coppa Spengler.