di Jacopo Scarinci
Era il 1983, non ero neanche nella più fulgida immaginazione dei miei genitori all’epoca universitari, Bono Vox aveva dei capelli post punk inenarrabili e in Vaticano da pochi anni era entrato un papa polacco che si apprestava a cambiare il mondo.
In Polonia la fortissima crisi economica scoppiata alla fine degli anni ’70 era finita come peggio non avrebbe potuto: su spinta dell’Unione Sovietica, e in risposta all’attività sempre più capillare del sindacato Solidarnosc, nell’ottobre del 1981 Wojciech Jaruzelski con un colpo di Stato militare prese il potere arrestando e imprigionando sindacalisti e politici estranei al Partito Operaio Unificato Polacco. Internato finì pure Lech Walesa, leader di Solidarnosc. Cattolico, fondatore del primo sindacato indipendente di tutto il blocco sovietico, si fece undici mesi di prigione prima di tornare a Danzica, casa sua, a lavorare nei cantieri navali culla di Solidarnosc come semplice elettricista. D’altra parte, il sindacato ufficialmente non esisteva più. Ufficialmente. Perché l’Occidente si stava svegliando, i movimenti d’opinione erano sempre più coinvolti nella battaglia per i diritti dell’uomo, il cardinal Wojtyla era salito al trono di Pietro con la sua Polonia nel cuore: Solidarnosc e la sua lotta non erano soli, né umanamente né economicamente.
Poi arrivò l’1 gennaio 1983. Gli U2 dopo l’incredibile esordio di “Boy” e la conferma di “October” tornarono subito in studio, accompagnati dal mai abbastanza celebrato Steve Lillywhite, e sfornarono “War”. Il primo singolo estratto fu “New Year’s Day”, che uscì esattamente 33 anni fa. Tutti capirono che la band di Dublino era davanti alla prima grande svolta della propria carriera: l’inizio dell’impegno politico. La canzone è infatti una dedica a Lech Walesa, a Solidarnosc, alla libertà, ai diritti.
Migliaia di persone nel mondo che non sapevano nemmeno dell’esistenza di Lech Walesa, d’un tratto, grazie agli U2, conobbero il dramma sociale che si stava vivendo in Polonia. Conobbero questo grande uomo, i suoi baffoni, la sua passione e la sua lotta per la libertà. Il Primo dell’anno del 1983 portò il proprio mattoncino a tanti, tantissimi cambiamenti e un grande insegnamento: le cose cambiano solo se si vuole cambiarle.
“The newspaper says, says
Say it’s true, it’s true
And we can break through
Though torn in two
We can be one.”