di Narses
Il Mattinonline non può proprio fare a meno di spararle grosse.
Sul proprio sito web, appare infatti una dichiarazione dell’europarlamentare leghista italiano Borghezio a proposito di una presunta richiesta di introdurre il turco come lingua ufficiale dell’UE, formulata, a suo dire, dall’eurodeputata socialista ungherese Kati Piri a nome della Commissione Affari Esteri (AFET).
Ora, a parte il fatto che la Piri, sebbene nata in Ungheria, è olandese ed è stata eletta in Olanda (e se Borghezio frequentasse il Parlamento Europeo probabilmente lo saprebbe…), e che di tale risoluzione sul sito della AFET non c’è traccia alcuna, e neanche di questo ci stupiamo data la sostanziale inerzia del “Mattinonline” nel verificare le fonti delle proprie notizie al di là del fare il semplice copia e incolla dei latrati di Borghezio, ci sono due punti fondamentali nella questione:
1) l’Unione Europea non ha una, due o tre lingue ufficiali, bensì 24, ovvero tutte le lingue di tutti gli Stati membri, quindi si va dall’italiano al francese al lituano all’estone e così via. Alla luce di questo, in un discorso sull’adesione della Turchia, che sia auspicabile o meno (in questo momento decisamente no, aggiungo), è pienamente legittimo che il turco diventi anch’esso lingua ufficiale dell’UE; dove per lingua ufficiale si intende semplicemente la lingua in cui tutti i documenti e i discorsi vengono tradotti. Quindi non si preoccupi Borghezio, non c’è pericolo di ritrovare dei corsi obbligatori di turco a scuola (Si potrebbe poi aprire un dibattito sul fatto che Borghezio conosca o meno le differenze, abissali, fra turco e arabo e faccia un calderone nel nome dell’anti-islamismo, ma poi dicono che pensiamo male…), il tutto a meno di non volersi prendere la briga di spiegare ai turchi perché il lituano si e il turco no.
2) la questione del turco come lingua ufficiale dell’UE non riguarda peraltro solo un eventuale ingresso della Turchia, riguarda bensì l’innocua, dimenticata e ignorata Cipro, che come è noto (ma i leghisti lo sanno?) è di fatto divisa in due, con la parte sud di lingua greca, riconosciuta internazionalmente, e la parte nord occupata dalla Turchia fin dagli anni ’70 e autoproclamatasi Repubblica: la composizione di questa decennale divisione e quindi il riconoscimento del turco come seconda lingua di Cipro in quanto parlata da metà della popolazione comporterebbe a cascata l’inserimento di tale lingua come venticinquesima lingua dell’UE, legittimamente, a prescindere da qualunque cosa stia facendo in questo momento Erdogan: è un diritto della cristiana Cipro, membro dell’UE da anni e anni, non dell’aspirante Turchia.
Quindi, niente paura, cari “signori” del “Mattinonline”: nessuno vuole spianare la strada alla Turchia in Europa, per cui sarebbe meglio (ma che ve lo dico a fare…) verificare le fonti e soprattutto documentarsi, prima di fare i titoloni e comporre le notizie facendo i copia e incolla dei latrati di Borghezio.
Finendo, sulla vostra coerenza nel definire Fallitalico qualunque cosa arrivi da 1 km a sud di Chiasso e poi citare i discorsi di un Europarlamentare italiano ci sarebbe molto altro da dire, ma non dubito che ce ne darete ancora occasione.