di Bruno Samaden
Tra costante disinteresse e improvvise curiosità ho sempre pensato tutto il male possibile dei vari commentatori sui social network, salvo poi ricredermi per mezz’ora quando un – maiuscole doverose – Signor Provocatore ha fatto deragliare Fabio Regazzi. Guadagnandosi, va da sé, il rispetto non solo mio. Ma andiamo con ordine.
Durante la manifestazione di studenti e docenti del 23 marzo a Bellinzona, un gruppetto di ragazzi è entrato nel Palazzo del Governo da porte sempre aperte per gridare il proprio pacifico dissenso verso i tagli alla scuola. Davanti a loro si è parata una barriera di vetro che poi vetro non è, non la tiri giù neanche con un bazooka, figurarsi con esuberanza giovanile e striscioni. Fine della storia. Non per alcuni portali, che hanno trattato la notizia manco fosse l’assedio ottomano di Vienna e soprattutto non per il buon Regazzi, che ha sbottato su Facebook scrivendo come queste modalità mutuate “dalla vicina penisola” non vadano bene, che protestare sì ma non così, che questo e che quello, che in pratica quella allegra comitiva di studenti incazzati doveva protestare secondo il Regazzi pensiero: scuotere la testa, al massimo fare “nono” col ditino.
Un utente che si nasconde dietro il personaggio più amato da Netflix – Frank Underwood – ha commentato che si trattava di una semplice manifestazione rispettosa, e qui è partito il siluro regazziano: “Come no! Se io tento di fare irruzione a casa sua ritiene che sia una forma di manifestazione di rispetto? Per me non lo è ma forse sono un inguaribile nostalgico…” Sarà un inguaribile nostalgico Regazzi – pensi, io lo sono pure di epoche mai vissute! – ma di sicuro ha qualche problema di orientamento: quella non è una delle sue proprietà. La Residenza governativa è la casa di tutti i ticinesi, è il simbolo di ciò che siamo e rappresenta il posto dove ognuno di noi – il Sovrano tanto sbandierato dalla Destra e da Regazzi – trova casa. Non è un resort dove Consiglieri di Stato, Consiglieri nazionali o chiunque abbia il bastone del comando si sente migliore o più figo del popolino.
Metta a posto il GPS, Regazzi. Trovi la strada di casa, quella vera, ricordandosi, se riesce, che lei conta uno come qualunque ticinese. E ricordi, sempre se riesce, anche che l’umiltà è il valore centrale della cristianità.