di Corrado Mordasini
Lorenzo Pianezzi, commander in chief di Hotelleriesuisse, non le manda a dire e, partendo alla carica nella annuale conferenza stampa, fa subito un bel distinguo tra musulmani buoni e cattivi:
“Come associazione ci eravamo battuti affinché la Legge anti-burqa non andasse a colpire i turisti che, a differenza di quello che molti pensano, vengono qui per passeggiare e spendere. Non per proselitismo o vendere copie del Corano. Voglio quindi esser chiaro: non faremo i poliziotti né tantomeno da tramite. Il nostro compito è quello di accogliere il cliente e basta. L’informazione in merito al nuovo divieto andrà fatta da altri, sull’aereo o in aeroporto. Non da noi albergatori”
Detto in parole povere: quelli che spendono, per noi il burqa lo possono far mettere anche al cane, l’importante è cha paghino. Ma come? Disattendiamo la volontà popolare? E Ghiringhelli che penserà?
Hanno comunque ragione su una cosa, non sta a loro fare i gendarmi, tocca ai gendarmi veri e propri. Ma come faranno questi ultimi a distinguere i musulmani paganti dai perfidi propagatori di malsane idee jihadiste? Boh.
Noi restiamo sempre in attesa di veder fioccare le prime multe, soprattutto a Lugano, feudo leghista e culla del movimento Nanista. Mica vorremmo disattendere le speranze della gente vero? Nel frattempo andiamo a comprarci un corano, non sia mai che venga buono un qualche giorno.