di Corrado Mordasini
Luisa è una terrona. Una di quelle che sono cresciute in valle, in quella Leventina che ha dato tanto lavoro ma anche tanta amarezza alle genti venuti dalle rive del Tirreno o anche solo dalla Bergamasca.
Luisa era figlia di immigrati. A pochi anni già si accorgeva che i bambini immigrati non erano uguali agli altri bambini: erano i terroni, i figli d’Italia, le persone di serie B. Non li distinguevi dagli altri, o forse poco, forse dai vestiti più umili, perché figli di operai. O forse per i cognomi, che suonavano, alle lombarde orecchie dei Ticinesi, flautati ed esotici: Capuozzo, Lanzillo, Aniello, Lombardo… Fatto sta che le persecuzioni Luisa se le ricorda ancora, con rabbia.
E oggi, quando torna in valle a trovare la mamma e vede quelli che da piccola la prendevano in giro, ancora la rabbia un po’ le sale e non riescono a esserle simpatici, anche quelli gentili o che le fanno i complimenti. Per esempio, Luisa si ricorda della signora Pellandini, la vicina di pianerottolo, che quando andavi a chiederle qualcosa apriva solo una fessura di porta con lo sguardo diffidente.
No, non è stato facile essere immigrati in Svizzera. Poi sono arrivati gli Spagnoli, i Portoghesi e gli Slavi, gli “ic”, e il razzismo ha cambiato obiettivo, perché perlomeno gli Italiani parlavano la stessa lingua e pregavano lo stesso Dio.
Oggi Luisa è svizzera, adulta e sposata, ma non ha dimenticato lo scherno di allora. Oggi, con la crisi e l’odio fomentato ad arte nei confronti dei frontalieri italiani, risente l’alito gelido dell’ostilità popolare. Ieri erano i terroni e, nonostante il tempo sia passato, è bastato poco tempo e tanto odio per farceli ritornare. E oggi sono ancora i terroni, i badola, quelli che ci rubano il lavoro. Gli Slavi hanno riceduto il posto come nemici pubblici.
Ma è solo gente che oggi come allora cerca di mantenere la propria famiglia. D’accordo, saranno troppi, ma sono esseri umani e non ladri. Ladri sono i padroni di quelle aziende che giocano a strappare i soldi ai lavoratori con arroganza e scuse ridicole. Ladri sono quelli che sfruttano la forza delle braccia altrui per ingrassarsi.
Nelle ultime settimane abbiamo visto molti lavoratori coraggiosi ribellarsi e vincere.
Abbiamo visto anche alcuni imprenditori gettare vergogna su una categoria che conta ancora numerosi galantuomini. Questi infami vanno fermati ed estirpati.
Altrimenti la pagheremo tutti, non solo i terroni. E chi pensa il contrario è solo un povero illuso.
(Archivio GAS)