di Carol Bernasconi
Si chiama Flavia, vive in Brasile e fa la tatuatrice. Due anni fa si presenta nel suo studio una donna che le chiede un tatuaggio per coprire una brutta e lunga cicatrice che le attraversa l’addome, cicatrice che le ha procurato un ragazzo accoltellandola in discoteca. Flavia rimane colpita dalla sua storia e nella sua testa si fa strada un’idea, che ben presto trasforma in un progetto, al quale dà il nome “A Pele da Flor”, che significa “La pelle dei fiori”.
Nel suo studio Flavia accoglie le donne che sono state vittime di violenze o che hanno subito una mastectomia e le aiuta a “cancellare” la parte visibile sul loro corpo, trasformando le cicatrici in tatuaggi, in disegni che stanno a significare speranza e voglia di ricominciare. E lo fa gratuitamente.
“Si tratta di un granello di sabbia”, dice. “Il mondo è pieno di cose che devono essere affrontate. Abbiamo una lunga strada da percorrere per quanto riguarda la protezione delle donne dalla violenza”.
Si tratta sicuramente di un granello di sabbia di fronte alle tante tragedie nel mondo, ma questo granello ha il sapore e il profumo della speranza, dell’accoglienza e della voglia di ricominciare una nuova vita.
Piccoli gesti di amore come questo possono cambiare il corso della vita di molte persone, che dopo aver subito una violenza si chiudono in se stesse perché hanno perso la fiducia nel mondo e soprattutto nelle persone. E riconquistare la fiducia è il primo passo per tornare a vivere.
Abbiamo un bisogno enorme in questi “granelli di sabbia”: sono segnali che non stiamo diventando degli automi robotizzati senza cuore che si lasciano sopraffare dalle vicende della vita. Che stanno sul divano guardando scorrere immagini e notizie di guerra, distruzione e morte senza battere ciglio.
Fino a quando ci saranno persone disposte a trasportare granelli di sabbia, fino a quando ci saranno persone disposte a portare un messaggio di speranza nel mondo, senza chiedere nulla in cambio, saremo sicuri che ne valeva la pena.