di Alessandro Schirm
Ne avevamo già parlato ma conviene ripetere a volte, anche perché ci sono molte persone e forze politiche che gettano fumo negli occhi della gente per vendere le proprie visioni del mondo, visioni artificialmente distorte, che hanno l’unico scopo non di migliorare la situazione ma di guadagnare voti.
La sicurezza. Io ce ne ho un po’ piene le scatole della sicurezza. Sventolata come una bandiera, assurta agli onori come regina degli argomenti, sembra che gli Svizzeri non possano più girare per strada senza timore di aggressioni. Ora, avere paura è una cosa sana. Un campanello di allarme che, già in tempi preistorici, ci permetteva di evitare il pericolo. Se però questa campanella continua a suonare, vivremo in un perenne stato d’ansia che non ha un corrispettivo nella realtà. È come per il terrorismo: 80 morti i a Parigi creano il panico in tutta Europa, quando solo per incidenti stradali in Svizzera muoiono più di 100 persone all’anno.
I dati sulla criminalità in Svizzera emessi di recente, fotografano una realtà ben diversa da quella che i soliti politici di UDC e Lega vogliono farci credere. Addirittura Rocco Bianchi del Corriere del Ticino, giornale non certo di sinistra o buonista, si spinge a dire:
“Sorpresa nella statistica criminale di polizia: malgrado i discorsi di certi politici e l’elevato sentimento di insicurezza degli svizzeri, il numero di reati nella Confederazione continua a diminuire (è il terzo anno di fila che succede).”
Ma cosa dicono questi dati? Riassumiamo in breve per voi nel grafico qui sotto:
Come dicevamo, non solo i reati sono in diminuzione, seppur quelli violenti rimangono stazionari, ma la maggior parte degli omicidi avvengono nella cerchia familiare (così come i reati sessuali, purtroppo) e i vituperati richiedenti l’asilo vedono un calo costante dei reati del 30% in 6 anni. Insomma, la prossima volta che vi rompono le scatole con la sicurezza, sventolategli sotto al naso le statistiche. Se non vanno bene le nostre, usate quelle ufficiali: che sono le stesse.