di Marco Cattaneo
Nell’ambito delle votazioni federali dello scorso 28 febbraio, quindi, ricordiamo, con di mezzo anche la disumana Iniziativa d’attuazione lanciata dall’UDC e miseramente fallita, VOX ha chiesto agli interpellati anche cosa preferirebbero tra il mantenimento degli Accordi bilaterali e l’applicazione alla lettera dell’iniziativa democentrista “Contro l’immigrazione di massa”. Il risultato è sorprendente, soprattutto per quanto riguarda il Ticino.
La preferenza agli Accordi bilaterali viene accordata da una maggioranza schiacciante, in tutte le regioni linguistiche svizzere. Sì, perché assieme al 66% raccolto in Svizzera tedesca e al 69% in Romandia fa capolino, imprevisto e che da fiducia, il 57% del Ticino. La maggioranza dei ticinesi ascoltati da VOX, quindi, di fronte alle enormi criticità soprattutto economiche che comporterebbe la rottura degli Accordi bilaterali con l’Unione Europea sceglierebbe loro all’iniziativa UDC che, il 9 febbraio del 2014, il Ticino stesso contribuì in maniera fondamentale a far passare. Perché?
Secondo il professor Sciarini, uno degli autori di questo sondaggio, è perché – semplifichiamo, il concetto è questo – i Ticinesi quando c’è da urlare sono bravissimi, ma se poi li si fa ragionare a mente fredda sui pro e sui contro ci pensano bene prima di fare salti nel vuoto ascoltando imbonitori e populisti.
Dal Tribunale federale in giù l’ha detto chiunque: gli Accordi bilaterali hanno la precedenza sull’iniziativa contro l’immigrazione di massa. Visto che non si può avere il soldino e il panino si tornerà per forza a votare, come detto giustamente da Manuele Bertoli il famoso Primo agosto che scatenò ricerche di cecchini per ammazzarlo in nome della Patria Elvezia. Adesso che questo sondaggio sembra dirci che pure i Ticinesi stanno facendo calcoli più con la testa e il borsellino che con la pancia che succederà? Cecchini sui tetti come a Beirut?