Gli UDC nostrani ci hanno abituati a uscite nerborute, e la fragile Lara non fa eccezione. L’unica donna deputata UDC in Gran Consiglio per la destra blocheriana, mostra anch’essa i muscoletti, rendendoci partecipi della sua obiezione ai tentativi di togliere dalle case degli svizzeri il fucile d’assalto. Non sappiamo se Lara abbia un fucile d’assalto in casa, ma poco importa. Parodiando la famosa iniziativa francese antirazzista “touche pas à mon pote” questa pubblicità veicola valori diametralmente opposti.
Ancora una volta, si confonde il patriottismo con l’essere guerrafondai. Si può essere Svizzeri e fieri di esserlo senza per forza avere un arsenale in casa. E fa specie che cose del genere accadano a poche ore da uno dei più efferati eccidi avvenuti negli ultimi anni per mano di un’arma automatica in mano a uno psicopatico. Queste cose sembrano non insegnarci nulla.
Se il numero di armi in circolazione non è indice necessariamente di crimini, è innegabile che la facilità di reperire un’arma da fuoco ne aumenta esponenzialmente il rischio. E ammettiamo che è più facile uccidere 50 persone con un fucile mitragliatore che con un coltello. L’illusione della sicurezza è uno specchietto per le allodole, come lo fu per il Gottardo. Una frottola che le statistiche negano, dove a una capillare diffusione delle armi, risponde un aumento significativo dei morti ammazzati.
Già, ma il fass non si tocca.