Una deputata laburista inglese, Jo Cox, è stata ammazzata a colpi d’arma da fuoco e coltellate da un tizio che l’ha assalita urlando “Britain first!”. Cordoglio, dolore, ricordo commosso di Corbyn e belle parole di Cameron. La Gran Bretagna, Paese che tra una settimana esatta andrà alle urne per il voto più importante della sua storia, cioè quello sulla Brexit, assiste confusa e scioccata a questa tragedia, a questa negazione della democrazia, a questo affronto alla libertà di pensiero.
Se una persona qualsiasi viene ammazzata al grido di “Allah hu akhbar” siamo tutti pronti a parlare di immigrazione, scontro di civiltà, Occidente assediato, invasione islamica. Maltrattiamo persone che non c’entrano niente per la loro religione, ci ergiamo a entità supreme e infallibili in nome del nostro progresso e della nostra civiltà. Civiltà e progresso che però hanno al loro interno – a dimostrazione che la perfezione non esiste, nemmeno da noi – anche uno squilibrato nazionalista che ammazza a sangue freddo una deputata di sinistra ed europeista, impegnata nel sociale e a sostegno di Save the Children. I pazzi criminali esistono ovunque, anche nel Paese di Thomas Hobbes e Winston Churchill.
Assistiamo ammutoliti perché non sappiamo con chi prendercela, in questo caso non c’è un nemico. Se uno compie una strage urlando il nome di Allah automaticamente l’Islam è responsabile di quella strage e tutti i musulmani da spedire a casa loro – Trump dixit. Ma ora? Se questo criminale ha ammazzato una persona urlando “Britain first!” è per caso colpa di Boris Johnson, Micheal Gove, Nigel Farage e dei “leavers” britannici? Ma figurarsi. Ed è qui che scatta un corto circuito di quelli spiegabili a fatica, nel mondo impazzito di oggi.
Un assassino è un assassino indipendentemente dai deliri o dalle motivazioni – religiose, politiche, è uguale – che lo portano ad ammazzare. Quando capiremo questo, allora sì che potremmo definirci occidentali.