Sei una persona fatta così. Vedi una richiesta di amicizia. Noti qualche amico in comune. Dai un’occhiata veloce al profilo per verificare che il richiedente non sia un serial killer. Magari noti la foto di lui con un simpatico cagnolino. E niente, accetti l’amicizia.
Sul momento ti sembra un’azione innocua, priva di conseguenze. Ma un giorno ti svegli, ti colleghi a Facebook e per puro caso il tuo sguardo cade sul numero degli amici. Scopri di averne 2800. Ti viene un leggerissimo sospetto. Forse sono troppi. Anche perché ti capita di scrivere cose da te considerate interessanti che magari ottengono 5 like, un Grrr e neanche un commento. E allora ti interroghi su tali amicizie. Poi ci si mette anche l’algoritmo di Facebook. Perché i contenuti di quelli che evitano di interagire con te non li trovi mai sulla timeline. E neppure i tuoi contenuti vengono mostrati a loro. Hai capito ora? Sei amico di migliaia di estranei verosimilmente destinati a rimanere tali. Non sai nulla di loro. Ma possono spiare la tua vita quando vogliono. È il momento di agire. Vai sui loro profili e osservali. Fatto? Ecco qualche consiglio per una potatura consapevole, basata sulle cose che scrivono e sui loro comportamenti.
“Non sono razzista ma”. Non verresti potarlo ma…
Proclami hitleriani. Potare, segnalare, bloccare.
“Basta con questo buonismo di sinistra” riferito a qualsiasi segno di umanità. Potare senza pietà. Basta con questo buonismo.
“Putin ci salverà tutti”. Potare ci salverà tutti.
“Lorenzo Quadri è la soluzione”. Potare è la soluzione.
Proclami contro la medicina accompagnati da suggerimenti riguardanti diete multivitaminiche per curare il cancro. Potare potrebbe essere una cura per il tuo nervosismo.
Rabbioso antivaccinismo. Potare rabbiosamente.
Condivisione compulsiva di bufale. Potare senza verificare altre fonti.