Questa volta abbiamo veramente apprezzato Marcello Foa, esperto di giornalismo e direttore del gruppo editoriale capitanato dal Corriere del Ticino (oramai saldamente abbracciato a GdP, Teleticino, Ticinonews, Radio 3i).
Sul suo blog, ospitato dal Giornale berlusconiano, ha esposto una serie di recenti episodi di stampa asservita al potere, nel caso specifico alla causa dell’elezione della Clinton a presidente degli Stati Uniti. Pratiche scandalose come quella di anticipare alla candidata le domande di un’intervista, ad esempio. Oppure ottenere un’intervista in esclusiva concedendo in cambio il diritto di veto sul contenuto di quanto verrà pubblicato. Oppure l’invito di un folto gruppo di giornalisti a un aperitivo organizzato e offerto dalla futura candidata.
Da ticinesi seguiamo con una certa disillusione le vicende statunitensi, ma siamo felici degli effetti locali del contributo critico di Foa. Possiamo infatti confidare che queste pratiche saranno severamente proibite ai giornalisti del suo gruppo, a garanzia dell’ineccepibilità del lavoro e della fiducia riposta da lettori/ascoltatori/telespettatori. Mica vorranno anche loro essere sferzati con il neologismo americano “Presstitute”.
Finiti i tempi in cui al Corriere (e meglio al suo giornalista Fabio Pontiggia, attuale direttore) arrivavano i fax di Marina Masoni con la lunga lista di “articoli da fare campagna elettorale” (leggi cliccando QUI il nostro articolo del 21 febbraio 2015). E non vedremo più nemmeno il redattore leghista del Mattino prestato a Teleticino per condurre le faziose trasmissioni elettorali con domande e ospiti scelti con cura. Basta anche alle telefonate in redazione dei politici che tentano di imporre la partecipazione ad un dibattito o di ottenere visibilità.
Grazie Marcello. Ne avevamo veramente bisogno e da oggi sarai il nostro garante!