(Questa rubrica si fa del male da sola raccogliendo e commentando le perle che ahinoi quotidianamente ci regala il Mattino. Uno sporco lavoro, ma che qualcuno deve pure fare).
Lettera al Mattino, copia/incolliamo fedeli all’originale:
“Abbiamo vinto, votazione/prima battaglia l’abbiamo vinta noi.
Ora andiamo incontro ad una vera a propria guerra, in Governo a Bellizona invece di unire le forze c’e’ stato uno scontro fra partiti, dato che Avanti I Nostri era roba della Lega, tutti gli altri partiti ci sono scagliati contro, invece di rispettare le decisioni del popolo Ticinese, a prescindere di quale fede politica. Una vera e propria vergogna. Per trovare una soluzione ora dobbiamo ingegnarci, ho visto una luce, ho avuto una idea. Il dialetto come nostra ancora di salvezza. Vi spiego come, con Il caso di Andorra, che per chi non lo conosce é un micro-stato sui Pirenei tra Spagna e Francia.
Li non sono entrati nella Comunità Europea enemmeno nell’Area Schengen, quindi niente bilaterali.
Camminando per le viuzze di Andorra- La Vella, ho visto diversi cartelli che indicavano questo : “Questo negozio è chiuso per mancanza di personale, se sei andorrano e parli il catalano e vuoi lavorare in questo chiosco chiamaci subito, noi vogliamo riapripre subito”. In pratica ad Andorra, se non hai il permesso di domicilio e non parli il catalano, la ligua ufficiale del posto, non hai diritto a lavorare. Nelle reception degli hotel, nei vari giornali locali si scrive: obbligatorio il permesso di domicilio nel Principat e lingua Catalana”.
Ad Andorra è legale, o parli la loro lingua o non hai diritto a lavorare. E se lo facessimo anche noi?
Obbligo del dialetto ticinese per i posti cantonali, nelle aziende parastatali, nell settore pubblico, e anche nei bar, ristoranti, negozi e in tutti gli uffici con sportelli e assistenza telefonica e cosi via. Nei cantieri no, lasciate pure lavorare gli italiani, non sono quelli che rubano il lavoro. Se lo fanno in Andorra, in Europa da sempre, sono sicuro che lo possiamo fare anche in Svizzera.
Il ticinese è solo un dialetto e non una lingua? Bene, se cambiare questa cosa è la nostra unica salvezza lo possiamo fare, corsi di dialetto per i ticinesi non delle valli. Esame d’entrata in dialetto, colloquio di lavoro in dialetto e perché anche non un bel attestato di attinenza obbligatorio per le candidature? Un attestato che certifica che la persona è nata nel comune, che è attinente del comune e che parla il dialetto.
Conclusione : obbligare l’obbligo del dialetto nel settore commerciale potrebbe essere la nostra salvezza e non e’ una discriminazione.
Caro Norman, io ti ho passato la palla, ora tocca a te.”
Dio mio, era lunga ma non abbiamo avuto cuore di tagliarla. Ogni commento è superfluo. Canetta, ti preghiamo, ridagli le commedie dialettali. E tu Norman, attento alla palla, rischi di prenderla sul muso.