Molto occupati dai destini degli Stati Uniti, non dobbiamo comunque dimenticarci dei nostri che sono in mano ai Donald Trump del Ticino: imbonitori che in campagna elettorale dicono qualunque cosa e che poi, quando si trovano a dover rispettare un mandato raccolgono solo figuracce. Ci riferiamo, in questo caso, al famoso “regalo di Natale” che aveva in mente Pinoja, cioè il progetto di realizzazione di “Prima i nostri”. Riassunto? Fuffa al quadrato.
Il fantozziano comitato messo in piedi per dare un senso a ‘sta boutade se ne è uscito con 5 proposte una più ridicola dell’altra. In pratica, sono riusciti a partorire meno, ma molto meno, di quanto pensarono i Verdi nell’iniziativa per l’introduzione del modello di Ginevra. Non viene messo alcun obbligo di notifica né di ricevere a colloquio i disoccupati residenti, ad esempio.
Hanno parlato di settore sociosanitario senza conoscere nemmeno l’argomento. Erano in vacanza quando il Gran Consiglio ha approvato l’adozione del modello di Ginevra per il settore sociosanitario proposta da Guidicelli? E questi fenomeni sono coscienti del fatto che l’estensione del modello di Ginevra al settore pubblico e parapubblico è già in vigore nell’amministrazione?
E soprattutto: quelli come Marchesi e Chiesa che piagnucolano ogni giorno che poveri, nessuno li ascolta, sapevano che per regolamentare il rapporto tra Stato ed economia privata, favorendo la cosiddetta preferenza indigena, sarebbe bastata un’iniziativa parlamentare? Per cosa sono stati eletti?
Eccoli i Trump del Ticino, bulletti che alzano la voce, sbraitano, conquistano voti sull’aria fritta e, quando c’è da parlare di soluzioni, o fanno ‘ste figuracce o incolpano gli altri. Quant’è vicina Washington.