La verde Adèle Thorens è stata chiarissima nel commentare alla RTS la votazione sull’uscita pianificata dal nucleare: un 40/45% di Sì ad un’iniziativa che poteva inizialmente contare su una base politica di consenso assai minoritaria è un buon risultato, e lascia ottimisti sul futuro del dibattito riguardo al nucleare che – la votazione di oggi non tragga in inganno – sarà ancora più serrato.
La bocciatura c’è stata ma il dibattito, appunto, resta. Resta perché vale lo stesso discorso fatto riguardo all’Iniziativa per un’economia verde in votazione due mesi fa: prima o poi ci arriverà il conto. Il conservatorismo su questi temi, storica coperta di Linus, è una risposta facile oggi ma che mette in pericolo il domani. I nostri figli e le prossime generazioni ci rimprovereranno del nostro immobilismo, della nostra ignavia, del nostro essere amiconi delle lobby e dei poteri economici senza considerare il rischio che oggi, soprattutto in Svizzera, comporta il produrre energia nucleare.
Prima o poi saremo obbligati a confrontarci col nostro fallimento. Prima o poi ci arriverà la fattura del nostro scarso interesse verso l’aria che respiriamo, l’acqua che beviamo e il modo in cui si produce l’energia. Il futuro – ovvero l’economia sostenibile, l’energia solare e quella eolica – arriverà e lo schiaffone che ci piomberà in faccia ci farà capire tutti gli errori fatti, sì, sperando che non sia troppo tardi. Perché il futuro di cui stiamo parlando arriva senza avvisare, anzi, te lo trovi nel salotto di casa e tu non sai nemmeno come abbia fatto a varcare il tuo uscio. Le centrali colabrodo continueranno per quanto a procurare solo ansia? L’inquinamento dell’aria, dei terreni e dell’acqua per quanto ancora sarà un argomento cavalcato solo da sinistra e ambientalisti?
Siamo tutti sulla stessa barca. Non è più concepibile che il futuro del Paese sia materia d’interesse di una minoranza, appassionata e festante finché si vuole ma sempre minoranza. L’aria sempre più inquinata la respiriamo tutti, ambientalisti e non. Il cibo coltivato in terreni allucinanti lo mangiamo tutti, Verdi e non. Un disastro nucleare colpirebbe tutti, i contrari di oggi come i favorevoli. Su questi temi – la nostra salute e la nostra sicurezza, perdiana! – non dovrebbero esserci divisioni procurate da questioni economiche, lobbystiche o politiche.
Sì, signora Thorens: il 45% è un buon punto di partenza. Ma i temi portati avanti con passione da Sinue Bernasconi e Renzo Galfetti sono ancora sul tavolo. L’economia sostenibile e l’abbandono del nucleare sono obiettivi non ideologici ma di puro opportunismo, e che si continuerà a perseguire.
Incrociando le dita, s’intende.