C’è dumping salariale anche nelle stesse agenzie di collocamento, è quanto emerge da un comunicato stampa della Commissione tripartita in materia di libera circolazione delle persone. La Commissione, incaricata di applicare le nuove norme contro il dumping salariale, sta pianificando controlli e inchieste per il 2017.
Se da una parte, come ovvio, risultano settori più sensibili e meno verificabili, come quello della ristorazione, delle società di sorveglianza delle imprese di pulizia, dove i salari bassi e il lavoro su chiamata sono quasi la regola, dall’altra, nelle inchieste svolte nel 2016, si nota un inquietante malvezzo proprio nelle agenzie di collocamento e prestito, proprio quelle che dovrebbero aiutare, e non gratis, la gente a trovare un posto di lavoro. Un’aberrazione che lascia basiti e infuriati. Infatti la Commissione scrive nel suo comunicato:
“La CT ha deciso di proporre al Consiglio di Stato (CdS) l’adozione di due nuovi contratti normali di lavoro, con salario minimo vincolante di 19,65 franchi all’ora, per gli impiegati di commercio nelle agenzie di collocamento e prestito di personale e per gli impiegati di commercio nelle altre attività ausiliarie dei servizi finanziari. Le due inchieste hanno, infatti, fatto emergere una situazione di dumping salariale.”
Ora la palla passa al Consiglio di Stato, e vedremo se il famoso triciclo liberal-PPD-leghista, difenderà i lavoratori dal taccheggio di questi approfittatori o se la darà, per l’ennesima volta, vinta a quella benedetta “economia” che ormai non fa girare più niente, se non profitti sulla pelle delle persone e stipendi ignobili.